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7 mesi agoon
Due ex senatori hanno proposto un referendum per spostare Matera in Puglia. Ecco quali sono le ragioni del referendum e se conviene realmente alla città dei Sassi diventare pugliese
I promotori del referendum sostengono che l’attuale amministrazione regionale, con sede a Potenza, non stia dedicando a Matera le attenzioni e le risorse necessarie per il suo sviluppo, lasciando Matera in una condizione di isolamento e inadeguatezza dei servizi, soprattutto in ambito sanitario. La crisi della sanità materana è un tema centrale nel dibattito, con molti cittadini che lamentano una carenza di strutture e servizi che rispondano alle necessità della popolazione). Le critiche si estendono anche alla viabilità, con Matera che sembra sempre più lontana dalle principali arterie di comunicazione.
Secondo i promotori, un passaggio alla Puglia garantirebbe a Matera maggior attenzione e investimenti, aprendo la strada a uno sviluppo economico e culturale fino a ora ostacolato. “Matera merita di ricevere più attenzione”, dichiarano i due senatori. Matera, celebre per i suoi Sassi e per il suo patrimonio culturale, si trova di fronte a una questione politica di grande rilevanza: la proposta di un referendum popolare per il trasferimento della città dalla Basilicata alla Puglia.
Questa proposta, avanzata dai due ex senatori Tito di Maggio e Corrado Danzi, ha riacceso il dibattito sulle difficoltà economiche e sociali che la città ha affrontato negli ultimi anni. Di tanto in tanto infatti si torna a parlare della volontà di Matera di indire referendum per abbandonare la Basilicata e diventare parte della Puglia; questa volta però sembra che la città sia pronta a fare sul serio.
La proposta di referendum è stata formalizzata con la raccolta di 50 firme, e se dovesse passare il vaglio del Consiglio comunale, il percorso verso le urne richiederà quasi otto mesi. L’iter per l’indizione del referendum richiede alcuni passaggi formali imprescindibili. Dopo la consegna della proposta di referendum con la raccolta di 50 firme, il Consiglio comunale dovrà pronunciarsi entro 15 giorni sull’ammissibilità della consultazione e formulare il quesito per la cittadinanza. I promotori avranno poi 60 giorni per raccogliere le firme necessarie. Se tutto dovesse procedere senza imprevisti, il referendum potrebbe svolgersi dopo ulteriori 120 giorni. La probabilità appare dunque remota.
Resta l’ azione dimostrativa nei confronti della Regione Basilicata, per pretendere maggiore attenzione e cura per la terza città più antica al mondo.
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