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È stato necessario addirittura l’intervento del TAR per stabilire che non sia possibile offendere i meridionali e che definirli come inferiori sia una forma di hate speech.
La vicenda risale al 2020, quando Vittorio Feltri – all’epoca direttore di Libero – nel talk show Fuori dal coro definì i meridionali come “inferiori”. Nello specifico, il giornalista pronunciò queste parole: “Io credo che nessuno di noi abbia voglia di trasferirsi in Campania, perché dovemmo andare in Campania, ma a fare cosa, i posteggiatori abusivi? Il fatto che la Lombardia sia andata in disgrazia per via del coronavirus ha eccitato gli animi di molta gente, che è naturalmente nutrita da un sentimento di invidia o di rabbia nei nostri confronti perché subisce una sorta di complesso di inferiorità; io non credo ai complessi di inferiorità, io credo che i medionali in molti casi siano inferiori.”
L’allora senatore Sandro Ruotolo e lo scrittore Maurizio de Giovanni firmarono alcuni esposti all’Agcom, mentre alcuni avvocati presentarono un esposto-querela in cui affermavano di sentirsi diffamati in quanto meridionali – Feltri rispose alle accuse affermando di riferirsi alla “situazione di sottosviluppo” e alla “situazione difficile dal punto di vista sociale” del meridione. Nel 2020 la querela fu archiviata dal Tribunale di Milano, secondo cui le dichiarazioni di Feltri non sarebbero rientrate in una fattispecie di reato “perché manca un soggetto identificabil a cui è rivolta l’offesa“, per denutando l’ignoranza “tipica dei preconcetti e deiluoghi comuni” – la decisione del tribunale fu impugnata dal’Agcom, che riteneva che le parole di Feltri rientrassero nella fattispecie del linguagio d’odio: oggi il TAR dà torto a Feltri e al conduttore Mario Giordano.
“Le affermazioni reiteratamente proferite da Vittorio Feltri nei confronti di una categoria stereotipata di persone, “i meridionali”, non sono suscettibili di contestualizzazione stante la loro gravità. Il conduttore non solo non si è dissociato apertamente, ma è apparso da un lato ricondurre le affermazioni dell’intervistato a un contesto ironico e dall’altro ha mostrato come unica preoccuopazione non già l’offesa alla dignità delle persone interessate, ma la possibile perdita di audience.”
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