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Cronaca

Nuova Zelanda: STOP alle sigarette per i nati dopo il 2008.

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Il Governo neozelandese, con un nuovo pacchetto leggi, ha deciso che le persone di età inferiore ai 14 anni non potranno mai acquistare legalmente tabacco. Perché “l’età legale per farlo aumenterà di anno in anno”, ha annunciato la ministra alla Salute Ayesha Verrall.

Una decisione storica che sta facendo parlare non solo in positivo, ma anche in negativo. Una svolta epocale quella del governo neozelandese: non saranno vendute più legalmente tabacco ai minori di 14 anni.

Il governo neozelandese vuole, infatti, scardinare la cultura del fumo nel suo Stato. Per farlo, aumenterà di anno in anno l’età legale per acquistare il tabacco. In modo da avere una nuova generazione di persone che sarà libera dalle dipendenze. Una generazione che non avrà mai accesso a tabacco o sigarette entro quattro anni.

La ministra della Salute, Ayesha Verrall, ha spiegato che con il nuovo progetto di legge l’età legale per fumare aumenterà nel tempo “È un giorno storico per la salute della nostra gente”, ha detto la ministra. “Vogliamo assicurarci che i giovani non inizino mai a fumare, e per farlo renderemo illegale la vendita di prodotti con tabacco ai nuovi giovani”, ha spiegato Verrall. Entrando nello specifico, la legge – che entrerà in vigore nel 2022 – impone il divieto di vendere tabacco ai ragazzi che oggi hanno 14 anni. Quindi dalla generazione del 2008 in poi.

Attualmente in Nuova Zelanda è vietato l’acquisto di sigarette e di prodotti derivati dal tabacco ai minori di 18 anni. Ma in base al piano entro il 2025 si potrebbe già avere una nuova generazione di persone senza fumo.

Come riportato dal Guardian, il progetto di legge fa parte di un’ampia campagna antifumo annunciata il 2 dicembre dal ministero della Salute neozelandese che prevede, tra le altre cose: l’aumento dell’età legale per fumare; la riduzione della quantità legale di nicotina nei prodotti di tabacco a livelli molto bassi; la riduzione del numero di negozi dove le sigarette potranno essere vendute legalmente; l’aumento dei finanziamenti per i servizi che combattono la dipendenza.

Riguardo all’ultimo punto, la ministra della salute neozelandese, Ayesha Verrall, ha anche comunicato che verranno rese attive delle linee di supporto per tutte le persone che decidono di voler  smettere di fumare. A seguito delle precedenti limitazioni sulla vendita del tabacco i dati mostrano che nella popolazione l’abitudine a fumare è diminuita dal 17% del 2006/7 al 10% del 2019/20. Nonostante questi dati che fanno ben sperare, il fumo rimane una delle cause principali di morte nel paese, provocando ogni anno tra le 4/5  mila morti premature.

I vaporizzatori non sono stati inclusi in queste norme, e rimangono molto utilizzati tra i giovani, due o tre volte in più delle sigarette tradizionali. Uno studio condotto nel 2019 evidenzia che le persone intervistate fanno uso regolare o occasionale di questi vaporizzatori. Molte di queste persone non fumavano prima di iniziare a svapare.

Il piano è stato criticato da alcuni partiti: il partito Act, ad esempio, ha sostenuto che la riduzione della nicotina nei prodotti colpirà le persone a basso reddito più duramente, dato che dovranno comprare più sigarette e fumare di più per accedere alla stessa dose.

La ministra Verrall ha replicato che i livelli molto bassi richiesti dalle leggi sono frutto di studi. Studi che dimostrano che i nuovi parametri aiutano le persone a smettere di fumare. Preoccupazioni sono state espresse anche in merito alla crescita del mercato nero del tabacco. Il governo ha riconosciuto questo rischio nelle proposte iniziali “Le prove indicano che la quantità di prodotti del tabacco contrabbandati in Nuova Zelanda è aumentata notevolmente negli ultimi anni e gruppi criminali organizzati sono coinvolti nel contrabbando su larga scala”, ha replicato la ministra.

In futuro, ci sono anche buone possibilità che la vendita di prodotti del tabacco verrà vietata del tutto e a tutte le fasce d’età. E se una legge del genere venisse istituita anche in Italia?

Perfino Philip Morris ha intenzione di non vendere più sigarette nel Regno Unito.

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