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Comunali a Napoli, Manfredi avverte Pd e M5S: con 6 ‘sindaci’ in campo si tira indietro

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Sergio D’Angelo si è candidato a sindaco. Con l’annuncio del patron di Gesco, le candidature ufficiali nel campo del centrosinistra passano a tre. L’ex sindaco Antonio Bassolino e l’assessora di Luigi De Magistris, Alessandra Clemente, sono già in campo. A loro si dovrà aggiungere il candidato della coalizione ufficiale del centrosinistra, il nome che entro maggio dovranno scegliere il Pd, il M5S, Leu, Italia Viva, Vincenzo De Luca ed altri soggetti civici.

E’ probabile che il candidato sia l’ex ministro Gaetano Manfredi. A questi, si potrebbe aggiungere un candidato di disturbo proveniente dall’area dei dissidenti a 5 Stelle, che si stanno organizzando tramite la piattaforma Rousseau.

In campo, infine, resta anche l’imprenditore Riccardo Maria Monti, anche se in questi giorni gli sherpa di Catello Maresca, il sostituto procuratore di Napoli che dovrebbe guidare la coalizione di centrodestra con Lega, Fi, FdI più civici, stanno cercando di portarlo dalla loro parte.

La fotografia del centrosinistra napoletano, dunque, mostra uno schieramento stile ‘Vietnam’, ad un passo dall’implosione.

Nelle ore successiva all’annuncio di D’Angelo, sembra che Manfredi abbia inviato un messaggio tanto a Enrico Letta quanto a De Luca ed al Pd napoletano, per chiedere chiarezza e spiegazioni.

Le sensazione a Palazzo Santa Lucia ed al Nazareno non sono positive, perché l’ex rettore della Federico II ha posto come condizione necessaria alla sua candidatura l’unità del campo progressista.

Già le candidature di Bassolino e Clemente hanno fatto vacillare le convinzioni di Manfredi, la prospettiva di 5 o 6 candidati della stessa area potrebbe fargli cambiare definitivamente idea.

Un problema gigantesco che pesa innanzitutto sulle spalle del gruppo dirigente del Pd, dal segretario Marco Sarracino fino a Letta e al responsabile nazionale agli Enti locali Francesco Boccia.

Finora i tentativi di disinnescare Bassolino sono tutti falliti. Con Clemente e De Magistris, poi, il dialogo è vietato. Monti non sembra disposto a retrocedere nemmeno di un passo, tanto da affermare: “Il totonomi è inutile se manca una visione della città, della Napoli del futuro.

La ‘grande alleanza’ del centro sinistra cosa pensa di fare? Cosa intende fare l’area moderata e liberale del centrodestra?”.

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