“Gentile Stato italiano, da 18 anni sono ridotto così. Ogni giorno la mia condizione diventa sempre più insostenibile. Aiutami a morire”.
Dopo 24 ore da questo appello rivolto allo Stato da Fabio Ridolfi, 46enne che da 18 anni vive immobilizzato nel suo letto a causa di una patologia irreversibile, è arrivato il via libera al suicidio assistito. Il documento dell’Asur Marche stabilisce che il 46enne rientra nei parametri stabiliti dalla Consulta nella sentenza Cappato-DJ Fabo per potere accedere all’aiuto medico alla morte volontaria. Si tratta del secondo italiano, dopo Mario, a poter morire.
Parere rivelato dopo 40 giorni
Resta da chiarire, tuttavia, come sia possibile che il parere del comitato etico sia stato rivelato solo oggi, quando in realtà fu emesso l’8 aprile come spiega l’associazione Coscioni: “Nonostante ripetuti solleciti, qualcuno in Asur Marche aveva “dimenticato”, per 40 giorni, di comunicarlo a Fabio Ridolfi, 46enne di Fermignano da 18 anni immobilizzato a letto a causa della tetraparesi da rottura dell’arteria basilare da cui è affetto”. Fabio era in attesa da due mesi del parere del Comitato etico, dopo essere stato sottoposto a tutte le visite mediche previste.
Parere incompleto
Filomena Gallo, avvocato e Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, ha sollevato un altro problema fondante: “Purtroppo, il parere positivo dato dal Comitato etico, che conferma in modo molto chiaro il diritto di Fabio ad essere aiutato a porre fine alle proprie sofferenze, è incompleto, perché nulla dice sulle modalità di attuazione e sul farmaco da usare affinché la volontà di Fabio possa finalmente essere rispettata. È ora doveroso che il Sistema sanitario delle Marche definisca le modalità del caso nella massima urgenza, senza che sia necessario nuovamente da parte di Fabio procedere per vie legali”.
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