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2 anni agoon
In queste elezioni dove l’astensionismo ha toccato quota 36%, trionfa la coalizione di destra e il partito di Giorgia Meloni, che conquista la maggioranza delle preferenze degli italiani sia alla Camera che al Senato. Molto più modesto il risultato degli alleati, con Forza Italia e la Lega di Salvini che non raggiungono il 10% delle preferenze.
“Se saremo chiamati a governare la Nazione” ha dichiarato la Meloni “lo faremo per tutti, per unire un popolo esaltando ciò che unisce piuttosto ciò che divide, dando agli italiani l’orgoglio di sventolare il Tricolore”.
La sconfitta della sinistra è decisamente amara e molto si parla di cosa sarebbe potuto accadere se, invece di lasciarsi andare alle solite divisioni interne i partiti di centrosinistra avessero cercato una quadra e fossero riusciti a collaborare, ma queste riflessioni sono tutto sommato inutili e lasciano il tempo che trovano: i numeri parlano chiaro, il PD non tocca nemmeno il 20% delle preferenze.
“Oggi è un giorno triste per l’Italia e per l’Europa” afferma Enrico Letta, che accetta la sconfitta e conferma che, dopo il prossimo congresso del partito, non si ricandiderà alla carica di segretario. Questo congresso sarà, secondo Letta un momento “di profonda riflessione” in cui il Partito Democratico dovrà rinnovarsi per essere “all’altezza di questa sfida epocale di fronte a una destra che più destra non c’è mai stata”.
Il segretario del PD garantisce che sarà fatta “un’opposizione dura e intransigente”.
“Noi faremo un’opposizione dura ma costruttiva.” dice invece Calenda “Gli italiani hanno scelto di dare una solida maggioranza alla destra sovranista. Consideriamo questa prospettiva pericolosa e incerta. […] Il Paese ha consapevolmente scelto di andare avanti sulla strada del populismo e c’è un paradosso, perché il 50% degli italiani dichiara di apprezzare l’operato di Draghi. C’è da riflettere sul fatto che apprezziamo Draghi e Mattarella e poi la maggioranza vota politici che rappresentano il modo opposto di fare politica. L’elettore” conclude il leader di Azione “è il Re in democrazia, ma questa dinamica che porta a votare chi urla di più come fosse il televoto è quello che ha fatto declinare l’Italia. È un rischio mortale con la recessione e la guerra.”
Il Movimento 5 Stelle sembra essere soddisfatto dei numeri ottenuti, risultando primo partito a Napoli e al Sud ; ma si tratta di una vittoria di Pirro.
Colpisce che, anche adesso, la coalizione di sinistra e il Terzo Polo continuino ad accusarsi a vicenda della vittoria della destra.
“L’unico modo per battere la destra era il campo largo” dichiara Letta “che non è stato possibile non per nostra responsabilità”; il segretario parla di “fuoco amico” da parte di Azione con la candidatura di Calenda nel collegio di Emma Bonino. A sua volta, nel corso di una conferenza stampa Calenda accusa il PD di avere al suo interno “una pulsione populista fortissima”.
Nel frattempo, le voci che arrivano dai quotidiani esteri e che commentano i risultati della destra e della Meloni evocano il fascismo: la CNN titola “Giorgia Meloni si aggiudica la vittoria per diventare il primo ministro più di estrema destra dopo Mussolini”; la BBC, invece: “Giorgia Meloni: l’estrema destra italiana si avvia a vincere le elezioni”. Anche il quotidiano finlandese Helsingin Sanomat scrive che “L’estrema destra ha vinto le elezioni italiane, Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, erede del fasciamo, diventerà probabilmente la prima donna presidente del consiglio del Paese”.
Un commento arriva anche dalla federazione russa: Rossiya-24 dichiara che “Le elezioni del parlamento italiano possono portare a una ristrutturazione politica dell’Europa”.
Prudente è stata la reazione di Buechne, il portavoce del tedesco Scholz, che ha affermato che “L’Italia è un Paese molto amico dell’Europa, abitato da cittadini molto amici dell’Europa” e che la Germania si aspetta “che questo non cambi”. Meno diplomatica la dichiarazione del primo ministro francese Elisabeth Borne, in cui garantisce che “La Francia sarà attenta al rispetto dei diritti umani e dell’aborto in Italia dopo la vittoria del partito post-fascista di Giorgia Meloni”.
Esultanti, invece, Orban e Le Pen: “Il popolo italiano ha deciso di riprendere in mano il proprio destino” afferma la politica francese, che loda Meloni e Salvini e definisce l’Unione Europea come “anti-democratica e arrogante”.
Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha detto invece che Mosca è pronta “a dare il benvenuto a qualsiasi forza politica in grado di mostrarsi maggiormente costruttiva nei rapporti con al Russia”, mentre Pechino immediatamente chiede che “le persone rilevanti in Italia” riconoscano “l’elevata sensibilità della questione di Taiwan” evitando di dare “segnali sbagliati” alle forze secessioniste.
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