Una storia di terribile violenza familiare quella che arriva da Megliadino di San Fidenzio: dopo che la moglie si è rifiutata di avere un rapporto sessuale con lui, la picchia e le stringe la gola fino a farle perdere i sensi; credendo di averla uccisa, avvolge il corpo nel tappeto di casa con l’intenzione di gettarlo via, ma viene scoperto dal figlio di ventidue anni appena rientrato in casa.
Mentre l’aggressore dice al ragazzo di volersi gettare dal balcone per suicidarsi, arrivano sul posto le forze dell’ordine e i soccorsi, allertati dai vicini che hanno sentito le urla della donna. Il cinquantacinquenne viene quindi condotto in carcere con l’accusa di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia.
La donna aggredita, che ha quarantadueanni e già l’anno scorso era finita in ospedale per le botte ricevute dal marito, viene invece ricoverata all’ospedale di Schiavonia. Dalle prime ricostruzioni è emersa una situazione di forte disagio: la donna, economicamente dipendente dal marito, non poteva vedere né parlare con nessuno al di fuori del nucleo famigliare.
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