La volontà del governo di ripartire con la didattica completamente in presenza “preoccupa molto” Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, intervenuto ad ‘Agorà’ su Rai3.
“Non tanto i piccolini, ma gli adolescenti e la fascia giovanile”, spiega, sono “colpiti dalla variante inglese” del coronavirus Sars-CoV-2 “in modo più ampio e con forme asintomatiche, quindi difficili da individuare senza uno screening”. Il rientro in classe “rappresenta sicuramente un’esigenza – ammette l’esperto – Lo si vuole, lo si desidera ed è necessario per certi versi. Lo vedo anche all’università, nei corsi che faccio in differita: l’efficacia è sicuramente inferiore almeno per una parte dell’insegnamento, per la discussione, per l’interazione”. Tuttavia, mentre “un protocollo all’interno della scuola, se ben seguito, minimizza i dati e alcuni studi ce lo dicono, tutto ciò che è la mobilità intorno spaventa perché alla fine sono quelli i luoghi di maggior affollamento” e quindi “di maggior rischio”.
La decisione di riaprire allentando progressivamente le restrizioni anti-Covid secondo Pagliasco “sicuramente potrà avere un prezzo da pagare e questo è oggettivo”. Se il premier Mario Draghi ha parlato di “rischio ragionato”, l’esperto spiega che “dal punto di vista della sanità pubblica, dal punto di vista scientifico, il rischio dovrebbe tendere a zero, quindi dovrebbe comprendere in questo momento un lockdown stretto, strettissimo e prolungato”, che tuttavia è “impossibile nella pratica”, ammette Pregliasco e aggiunge:”Io credo che un rischio c’è, è oggettivo e dipenderà da tante cose: in primis dalla velocità con cui la vaccinazione potrà progredire”, ma anche “dalla responsabilità di ognuno di noi”.