Il rischio che tutti temevano per il Governo Draghi, si è palesato nell’ultimo consiglio dei ministri. Sotto minaccia di crisi da parte di Lega e Forza Italia, il premier si è piegato dando il via libera ad un mini condono sulle cartelle esattoriali. Lo stesso Draghi in conferenza stampa ha ammesso che si tratta di un condono. Un segnale inquietante non solo sulla stabilità dell’attuale esecutivo.
Sono state cancellare le cartelle esattoriali fino a 5mila euro, riferite un periodo più breve rispetto a quello inizialmente previsto (2000-2010 anziché 2000-2015) e soltanto a chi ha un reddito Irpef inferiore a 30 mila euro. Insomma, chi ha commesso delle irregolarità tra il 2000 e il 2010 ed ha un reddito Irpef inferiore a 30mila euro, l’ha fatta franca. È stato lanciato un messaggio pessimo dal punto di vista sociale. Che autorizza in un certo senso a non pagare le sanzioni amministrative.
Draghi in conferenza stampa ha cercato di giustificare così la sua scelta: Questo in effetti è un condono, ma di multe di oltre 10 anni fa. È chiaro che sulle cartelle lo Stato non ha più funzionato, uno Stato che ha permesso l’accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa. Insomma, il problema nasce dal sistema di riscossione e non da chi non paga. Per molti questo sembra un autogol all’interno di un autogol. Che fa soltanto rabbia a tutti i cittadini onesti che ogni anno fanno sacrifici per pagare le tasse ed essere sempre in regola con i conti.
