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Inceneritori: come funzionano?

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Che cos’è e come funziona un inceneritore?

Un inceneritore è un impianto industriale che serve all’incenerimento dei rifiuti tramite combustione. I rifiuti non riciclabili vengono scaricati nella vasca di raccolta e caricati in un forno nel quale vengono bruciati (CDR).

La temperatura è regolata a oltre 1.000 gradi, per l’ossidazione completa dei rifiuti. Il calore prodotto dalla combustione genera vapore ad alta pressione, che viene immesso in un turbogeneratore per la produzione di energia elettrica e, successivamente, utilizzato per scaldare l’acqua che alimenta la rete del teleriscaldamento della città. I fumi nella camera di combustione sono trattati con ammoniaca che serve ad abbattere gli ossidi di azoto. Poi passano attraverso un sistema catalitico per l’ulteriore riduzione degli ossidi di azoto e di ammoniaca.

I microinquinanti, tra cui metalli pesanti, diossine e furani arrivano a un sistema di depurazione e filtrazione quando escono dal circuito della caldaia.

Per quanto riguarda i termovalorizzatori in Italia, a RomaToday, è intervenuto il consigliere di Europa Verde, vicepresidente della commissione Ambiente, Nando Bonessio che combatte in prima linea contro l’impianto annunciato dal sindaco Roberto Gualtieri per liberare Roma dalla perenne morsa dei rifiuti: “Allora, l’inceneritore danese è costato 560 milioni di euro, tre volte i costi preventivati inizialmente, ci sono voluti sette anni per realizzarlo, doveva servire cinque comuni dell’hinterland di Copenaghen ma dopo 3 anni, con l’aumento significativo della differenziata, non avendo più combustibile hanno allargato a tutta la Danimarca. Oggi importano rifiuti da tutta Europa. Ci vanno a sciare sopra? Il problema non è andarci a sciare una, due, tre volte al mese, il problema è abitarci vicino 365 giorni l’anno. Ci sarà un motivo se le case intorno costano il 50% in meno? E se ci stanno cartelli con scritto “vietato coltivare ortaggi”. Tornando in Italia, il registro dei tumori rileva un più 12% di malati tra chi abita entro cinque chilometri dall’inceneritore di Brescia, tra i più moderni d’Italia”.

Secondo Bonessio, si potrebbe trovare un’alternativa all’inceneritore con una significativa sulla differenziata, sul riciclo e sul riuso, con piccoli impianti dislocati in tutta la città per lavorare le singole frazioni, e anche con piccole discariche di servizio esclusivamente per la frazione secca.

In Italia, ad ora, ci sono 37 termovalorizzatori che si trovano in prevalenza al Nord (26 impianti, 13 in Lombardia e 7 in Emilia Romagna) che nel 2020 hanno trattato complessivamente circa 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani che rappresentano il 74,5% di quelli inceneriti al Nord mentre al Centro e al Sud sono in funzione 5 e 6 impianti che rispettivamente hanno lavorato oltre 532 mila tonnellate e più di un milione di tonnellate di rifiuti urbani.

A Copenaghen, nel 2017, è stato inaugurato l’impianto di Amager Bakke che rappresenta uno dei migliori termovalorizzatori in Europa per efficienza energetica, capacità di trattamento dei rifiuti e attenzione per l’ambiente ma anche in termini di impatto e resa visiva e di accettazione da parte della comunità dei cittadini.

L’impianto è stato realizzato da Amager Resource Centre (la società intercomunale di risorse di proprietà di cinque comuni dell’area metropolitana di Copenaghen) come un passo importante per soddisfare la domanda futura fornendo elettricità a basse emissioni di carbonio a 550.000 persone e teleriscaldamento a 150.000 famiglie.

Gli impianti di nuova generazione emettono una quantità relativamente modeste di inquinanti, ovvero,  lo 0,03% delle Pm10, lo 0,007% degli Idrocarburi Policiclici Aromatici e lo 0,2% di diossine e furani (le combustioni commerciali e residenziali emettono per ogni voce il 53,8%, il 78,1% e il 37,5%.

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