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Processo morte Diego Armando Maradona, per l’avvocato Rodolfo Baque el Pibe è stato ucciso dai medici

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Morte Diego Armando Maradona, il nuovo capitolo della saga sulla scomparsa del più grande calciatore di tutti i tempi si riempie di un nuovo colpo di scena. Secondo l’avvocato Rodolfo Baque che difende l’infermiera Dahiana Gisela Madrid, accusata di trascurare El Pibe de Oro durante gli ultimi giorni della sua vita, sarebbero stati i medici ad aver provocato la morte del grande campione argentino – “C’erano diversi elementi che facevano pensare che Maradona sarebbe morto da un momento all’altro. E i medici non hanno fatto nulla per impedirlo” – ha dichiarato Baque durante un incontro con i giornalisti.

L’infermiera 36enne è  una delle sette persone sotto inchiesta per omicidio colposo, dopo che una commissione di esperti che ha esaminato la morte del fuoriclasse di Villa Fiorito, sostiene che Diego avrebbe ricevuto cure inadeguate ed abbandonato al suo destino per un periodo prolungato ed angosciante.

La leggenda del calcio è deceduta per un attacco di cuore lo scorso novembre, all’eta’ di 60 anni, poche settimane dopo aver subito un intervento chirurgico al cervello per un coagulo di sangue. Un’indagine è stata aperta a seguito di una denuncia presentata da due dei cinque figli di Maradona contro il neurochirurgo Leopoldo Luque, incolpato del deterioramento delle condizioni del padre dopo l’operazione.

Nella sua prima deposizione, Madrid aveva menzionato che era una delle persone che ha trovato Maradona senza segni vitali e ha cercato di rianimarlo, mentre allo stesso tempo ha detto che non ha eseguito i controlli di routine all’inizio del suo turno per far riposare il paziente.

Allo stesso modo, Madrid scrisse un rapporto ai suoi superiori affermando che aveva cercato di controllarlo, ma che Maradona aveva rifiutato. L’infermiera ha poi ammesso che il rapporto era falso e che è stato il suo superiore a chiederle di farlo.

Fatto sta che, Diego Armando Maradona, El Pibe de Oro di Villa Fiorito, fuoriclasse argentino e campione indiscusso in tutto il mondo, è morto a 60 anni solo ed abbandonato in un letto di ospedale in circostanze ancora non chiare e da quanto ipotizzato, la sua morte sarebbe avvolta da retroscena macabri ed agghiaccianti. La leggenda del calcio, il più grande calciatore di tutti i tempi, el DIOS, dopo una vita tra tanti alti e bassi, ma nella quale è sempre stato il numero uno ineguagliabile all’interno del rettangolo verde, continua a far parlare di sé a distanza di circa 7 mesi dalla sua scomparsa. Ancora una volta purtroppo in una vicenda che lo vede al centro e vittima di un tristissimo episodio. La speranza è che ogni tipo di giustizia venga attuata, sia quella terrena che divina.

In ogni caso, quel che sento di dire è: “Grazie Diego”; grazie per averci regalato le tue magie all’interno del campo di gioco; grazie per aver fatto sognare Napoli, l’Argentina e il mondo intero; grazie per essere stato il campione che tutto il mondo ha ammirato e riconosciuto, ma anche quella persona schietta e sincera seppur con troppe debolezze e fragilità; grazie per aver messo d’accordo credenti ed atei almeno per una volta, che per quanto riguarda il calcio “Dio” esiste ed è unico, in quei due gol contro l’Inghilterra ai Mondiali di Messico 86 è completamente racchiusa l’essenza di una frase di una canzone di Fabrizio De André: “l’amore sacro e l’amor profano”; grazie Diego Armando Maradona.

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