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Multiverso e follia: il nuovo film di Doctor Strange.

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Multiverso e follia: il nuovo film di Doctor Strange.

Il nuovo Doctor Strange non è solamente un altro film della Marvel: è molto di più. 

L’ultima volta che Sam Raimi ha realizzato un comic-book film, nessuno aveva mai sentito parlare del Marvel Cinematic Universe.

Quel film era Spider-Man 3, nel 2007, l’ultimo capitolo della sua trilogia di avventure con Tobey Maguire nei panni dell’eroe. Sembrava una storia in guerra con se stessa; la sincera follia del regista si è scontrata con le richieste dello studio di più cattivi, più colpi di scena e più soldi sullo schermo. È stato un successo al botteghino, ma ha deluso la critica.

Un anno dopo, arrivarono Iron Man e Il cavaliere oscuro e i film sui supereroi iniziarono davvero il loro viaggio verso la supremazia cinematografica.

Raimi ha realizzato solo due film negli ultimi 15 anni. Quindi rivederlo al timone con Doctor Strange in the Multiverse of Madness, il 28esimo capitolo del MCU in continua espansione, è stata una grande sorpresa.

Nominalmente un sequel del film di Doctor Strange del 2016, la storia del nuovo film deve affrontare i fili della trama di vari altri film e le serie TV Marvel.

Multiverse of Madness è sicuramente il tipico prodotto Marvel, con scene di azione e collegamenti agli altri lavori marvelliani, ma è anche innegabilmente un film di Sam Raimi.

Da dove partire per capire la trama di questo film?

Se siete arrivati fino a qui e non avete ancora visto il film, fate copia e incollate questo articolo nelle note. Non ci saranno tanti spoiler, ma se non avete ancora visto il film, potrebbe rovinarvi la sorpresa.

La storia muove i passi dall’ultimo lavoro Marvel, Spider-Man: No Way Home, in cui appare Doctor Strange (interpretato da Benedict Cumberbatch), è impegnato ad “agitare” le braccia per aprire portali e alterare in massa i ricordi delle persone.

No Way Home ha scavato nella nozione di “multiverso” (concetto presento già nelle serie TV di Loki e Wanda e in What if…?): universi alternativi in ​​cui le cose possono sembrare un po’ diverse dalle nostre, in cui Tobey Maguire o Andrew Garfield potrebbero essere ancora le persone dietro la maschera di Spider-Man invece di Tom Holland.

Un po’ turbato al pensiero di una Terra parallela dove, diciamo, le persone potrebbero preferire il velcro sulle scarpe da ginnastica ai lacci delle scarpe, o dove le ciambelle potrebbero esistere con una forma diversa da quella ovale, Strange si imbatte in un’adolescente che salta da una dimensione all’altra di nome America Chavez (interpretata da Xochitl Gomez).

America ha due problemi: non riesce a controllare le sue capacità di viaggiare nel multiverso ed è braccata da qualcuno che vuole rubarle i poteri per il proprio tornaconto.

Non passa molto tempo prima che il film riveli che il suo inseguitore non è altro che Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen), l’ex Vendicatrice e attuale Scarlet Witch, che desidera disperatamente riunirsi con i suoi figli che, magicamente, ha voluto far nascere in WandaVision. Wanda ha imparato che i suoi figli esistono effettivamente in ogni altro universo (viene spiegato nel film che ciò che si sogna è ciò che sta accadendo a se stessi in un’altra dimensione) tranne quello in cui vive e diventa determinata a scivolare in un altro universo dove può riunirsi con i suoi figli. E farà di tutto pur di raggiungere il suo obiettivo

.

La magnificenza di Scarlet Witch.

Le performance del cast principale sono la ciliegina sulla torta. Benedict Cumberbatch è semplicemente perfetto come Strange, come tutti gli Stranges, dovrei piuttosto dire. L’attore nominato all’Oscar mostra in questo film perché è così apprezzato.

Ma è Elizabeth Olsen nei panni di Wanda/Scarlet Witch, che è come sempre sorprende e ruba, facilmente, la scena. Se pensavate che la sua performance in WandaVision fosse degna di un applauso, aspettate di vederla elevarla ulteriormente. Combina perfettamente il tormento di una madre e la minaccia di uno squilibrato essere magico. Se in Wandavision avevamo visto un lato di Wanda che non credevamo possibile, in Doctor Strange in the Multiverse of Madness riesce a togliere la parola a chiunque la guardi: è semplicemente impeccabile.

 

Molto più di CGI ed azione.

Per chi conosce la profonda tradizione del MCU, le molte contorsioni della trama necessarie per modellare questo film attorno a No Way Home, lo show televisivo WandaVision e il resto dell’universo avranno abbastanza senso.

Per chi non avesse visto o rispolverato le varie storie, potrebbe essere più difficile capire cosa ci fa Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) nel film, o semplicemente come spiegare alcuni degli scioccanti cameo che emergono più avanti nell’azione.

Un fan occasionale dei film Marvel potrebbe anche aver dimenticato che grandi attori come Rachel McAdams, Chiwetel Ejiofor e Michael Stuhlbarg fanno tutti parte del “mondo” di Doctor Strange.

Le radici horror di Raimi riescono a conferire uno stile e un’atmosfera unici a questo film di Doctor Strange. Inoltre, apprendiamo del multiverso e di quanto siano reali i pericoli di un collasso multiversale. Viaggiare attraverso il multiverso è un’impresa impegnativa e solo pochi sono in grado di combattere questa minaccia, che porta lo Stregone Supremo (e il Dottor Strange) a cercare di mantenere l’ordine. I Vendicatori proteggono la Terra, i Guardiani della Galassia combattono per le stelle e gli Stregoni di Kamar-Taj combattono contro minacce soprannaturali.

Ciò che mi ha sorpreso di Multiverse of Madness è stato quanto Raimi si sia divertito nel bel mezzo di esso. Trasformando ogni sequenza d’azione in qualcosa di  fantasioso e, persino, generando paure sfacciate.

Il primo Doctor Strange è stato un piacere visivo, così come WandaVision. Ovviamente, quando hai un progetto ad alto budget su stregoni e streghe, il bell’aspetto è una delle priorità. Doctor Strange 2 è uno dei film MCU più belli di sempre.

Ma non si tratta solo di CGI e azione. The Multiverse of Madness ha successo perché nel suo cuore è una storia di emozioni umane e le approfondisce abilmente. C’è Strange che affronta la domanda: “Sono felice?” o Wanda, che si chiede “quanto è troppo lontano per ottenere ciò che vuoi”. E America, che cerca di bilanciare la sua paura e il suo senso di colpa. La scrittura ha portato in superficie queste emozioni, consentendo al razzmatazz della CGI di abbellirlo, non di mascherarlo.

 

 

 

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