La Russia è seriamente a rischio default. Lo dicono gli analisti a fronte del deprezzamento fino al 40% del rublo e a fronte della costante chiusura della Borsa di Mosca.
Probabilmente è questo il motivo che ha spinto Mosca a pagare le cedole da 117 milioni di dollari sui bond in dollari.
Lo hanno confermato all’agenzia Reuters fonti di mercato. I pagamenti sono stati ricevuti dalla banca controparte JPMorgan, che a sua volta li ha girati all’agente pagatore Citibank. Si tratta del primo pagamento in scadenza dal 24 febbraio, il giorno in cui è iniziata l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe.
«Stiamo onorando i nostri impegni», ha detto il ministro delle Finanze, Anton Siluanov, aggiungendo «La possibilità o l’impossibilità di completare il pagamento in valuta estera non dipende da noi. Noi abbiamo il denaro, abbiamo effettuato il pagamento ed ora la palla è nell’altro campo e in particolare in quello delle autorità Usa». In precedenza proprio Siluanov aveva indicato la possibilità che il pagamento degli interessi sui bond venisse fatto da Mosca in rubli con la conseguenza che la Russia sarebbe stata dichiarata in default.
Lo scenario rimane insomma molto incerto e complicato. E ovviamente riguarda da vicino anche l’Italia.
Secondo le stime della Banca dei regolamenti internazionali, il nostro sistema bancario ha un’esposizione verso la Russia di 25,3 miliardi di dollari, a cui si aggiungono altri 6 miliardi in termini di garanzie.
Le Banche più esposte
Ad essere interessata al mercato del credito russo è soprattutto Unicredit, che risulta essere la terza banca più coinvolta a livello europeo con un’esposizione di 14,2 miliardi di euro (pari al 2,6% dell’esposizione creditizia del gruppo) mentre gli Rwa sono 9,4 miliardi di euro (il 3% del totale).
Sedi russe presentano poi le banche Monte dei Paschi, Banco popolare, Ubi banca, Banco popolare di Vicenza, Iccrea Bancaimpresa Spa e Mediobanca.
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