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1 anno agoon
Un matrimonio; un viaggio infinito in metropolitana; un cane; dieci presidenti americani fusi in un clone orribile; una decina di caproni da sacrificare; dei supereroi ubriaconi e anche un gioco da tavolo: Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata è un caleidoscopio di situazioni bizzarre, mondi coloratissimi e verità imbottigliate in una cornice psichedelica.

Con questa raccolta, ciò che ci consegna Raphael Bob-Waksberg è un dado a quindici facce, il pentadecagono del sentimento più inflazionato della letteratura – l’amore – e riesce a farlo senza scadere nella sdolcinatezza e nei cliché. Si parla tanto d’amore, ma commedie, canzoni e romanzi cedono spesso alla pigrizia e finiscono col concentrarsi su una sola delle sue sfumature – quella dell’infatuazione – ignorando tutte le altre.
In questi quindici racconti, invece, l’autore non ha paura di sporcarsi scava a mani nude nella carne dei suoi protagonisti, riuscendo nel compito non banale di restituire complessità a questo sentimento tanto inflazionato.
Raphael Bob-Waksberg – autore, sceneggiatore, produttore televisivo, attore e, soprattutto, creatore del fortunato Bojack Horseman – guarda i suoi protagonisti sempre con tenerezza, senza però cedere alla trappola dell’indulgenza e della giustificazione. Le parole stesse che compongono questi racconti sono intrise d’amore.

La vita, ci raccontano tutti questi personaggi, è un casino: non esistono il bianco e il nero, tutto è grigio, sfumato, incerto, e nessuno di noi sa bene cosa sta facendo. In quest’oscurità, sussurra l’autore, l’unica cosa che continua a brillare e a indicarci la direzione sono i legami che intrecciamo con gli altri – al netto di tutta l’amarezza e la paura e gli errori e la confusione, quello che rimane sono i nostri amici, il ricordo di una sorella, un regalo da pochi centesimi dato col cuore.
Oltre le ossa che diventano polvere, oltre i nomi che dimenticheremo e i traguardi che saranno superati da qualcun altro, ciò che resta è l’amore – quello che abbiamo ricevuto e anche quello che abbiamo dato, quello svenduto e sprecato, quello conservato e conquistato.
L’amore, ecco, è un filo d’oro, luminoso, che attraversa l’arte, le stagioni, i ricordi; è ciò che muove i nostri passi, quello che ci tormenta e ci rallegra. Quello che resta quando i riflettori si spengono.
L’unica cosa che, alla fine del giorno, conta.
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