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Cinema

Sagrada familia – la recensione

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sagrada familia

Nella top 10 delle serie Netflx più viste è rimasta per due settimane, la mini-serie spagnola “Sagrada familia”. È uscita il 14 ottobre, attirando fin da subito i fans di Najwa Nimri e Alba Flores, entrambe attrici conosciute per i loro ruoli in “Vis a Vis” (dove interpretavano rispettivamente Zulema e Saray) e ne “La casa di carta” (Alicia e Nairobi). Era di fatto, al primo posto nella classifica delle serie più viste a sole poche ore dall’uscita. Altro volto conosciuto nella serie, è quello di Alvaro Rico, “Polo” in “Elite”.

Alla regia di questa serie, Manolo Caro, meglio conosciuto come regista e ideatore della famosa telenovela messicana “La casa de las flores”. La mini serie è composta da 8 episodi della durata di circa quaranta minuti. “Sagrada familia” è una storia che parla della figura della madre in varie sfumature. Racconta dell’amore di una madre per i propri figli, dell’importanza che essa ha per loro e viceversa, di come possa sentirsi senza di loro.

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Essere madre di una “sagrada familia”

Nel primo episodio, un insegnante mostra al suo gruppo di studenti una statua della Venere di Willendorf, introducendo un discorso secondo la quale, il legame tra madre e figlio ha dato vita all’empatia, permettendo così all’essere umano di svilupparsi dal punto di vista emozionale. Protagonista indiscussa della serie è Gloria (Najwa Nimri) una madre con un passato difficile, dalla quale cerca di scappare. Gloria ha tre figli, l’adolescente Aitana (Carla Campra), il suo gemello, Abel (Ivan Pellicer) e infine, il piccolo Hugo, di solo un anno. Tanti sono i segreti che avvolgono questa famiglia, ma il più importante risiede nel loro passato, in un traumatico giorno che ha sconvolto e cambiato le vite di tutte, distruggendo quella famiglia al punto che oggi, Aitana non riuscirebbe nemmeno a definire tale.

Cos’è disposta a fare una madre per i suoi figli? Se lo chiedete a Gloria, la risposta sarà: tutto e con questo, ci si intende, non ci sono limiti. Il suo amore sconfinato per i figli, a un certo punto, diventa morboso, al punto da poter diventare per loro una condanna e a soffrirne maggiormente sarà Aitana. La storia principale sovrasta con facilità le sotto trame che si vanno a creare, ma che contribuiranno a tenere incollato lo spettatore fino all’ultima puntata. Caterina (Alba Flores) è stata assunta da un uomo, per uccidere Gloria e la sua famiglia, per farlo, collabora con un’ex poliziotto.

In parallelo, vedremo altre due storie: da un lato abbiamo un’insegnante che vorrebbe essere madre, ma non potendolo essere in maniera naturale, cerca di ricorrere insieme al marito, all’adozione. Dall’altro lato, troviamo la madre di un ragazzo diversamente abile. Quest’ultima è una realtà che raramente viene raccontata e sebbene si tratti di una storyline secondaria all’interno della serie, mostra aspetti sul quale bisognerebbe soffermarsi a riflettere.

Una crepa troppo grande

Il passato di Gloria ha creato una frattura così grande, che per quanto la donna provi a colmare, in realtà non riesce a farlo. Ne dà prova assoluta quando nell’ultima puntata, quando spinta da un momento di panico, compie un atto che mai pensava di poter fare, un’azione che non è da madre e va quindi contro il suo “credo”. La serie ha riscosso un discreto successo, con un cast eccezionale e una storia molto che narra della maternità, fulcro centrale di tutti gli eventi della serie, che vengono narrati con un’intimità e delicatezza tale da far empatizzare lo spettatore con il dolore dei personaggi.

A sole due settimane dal suo debutto, Netflix ha confermato l’uscita di una seconda stagione, potremmo quindi vedere ancora cosa succederà a Gloria e i suoi figli e chissà, forse anche a tutte le mamme del bel quartiere di Madrid nella quale si sviluppa la storia. Del resto ancora molti sono i punti interrogativi che avvolgono i personaggi di “Sagrada familiae i segreti non sono ancora finiti.

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