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Texas nega diritto alle donne: stop all’aborto

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In Italia c’è una legge che regola l’accesso all’aborto, ovvero la n.194 del 22 maggio 1978. Una donna, nei casi previsti, può ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza in una struttura pubblica nei primi 90 giorni di gestazione, mentre tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere solo per motivi di natura terapeutica. Inoltre, l’8 agosto 2020, l’uso della pillola abortiva Ru486 è stato esteso fino alla nona settimana di gestazione senza l’obbligatorietà del ricovero ospedaliero.

Ma se in Italia è concesso alla donna il diritto di interrompere la gravidanza,

in altri Paesi non è così.

Emblematico è il caso del Texas, dove il 2 dicembre entrerà in vigore il provvedimento che vieta la pillola per l’aborto oltre le sette settimane di gravidanza. Il governatore dello Stato americano, Greg Abbot, infatti, ha firmato la legge che vieta l’aborto dopo le sette settimane di gravidanza, finora il limite era di dieci settimane.

La legge è stata giudicata “chiaramente incostituzionale” dall’amministrazione Biden, tant’è che ha presto annunciato una causa nei confronti dello Stato repubblicano.

Intanto, nei giorni scorsi, un medico, Alan Braid, è stato citato in giudizio, poiché aveva apertamente sfidato l’ultima legge sull’aborto in Texas. Il medico, in un post pubblicato sul Washington Post, aveva pubblicamente dichiarato di aver aiutato ad abortire una donna che si trovava nelle prime fasi della gravidanza.

Il giudice del Texas, Robert Pitman, ha respinto la richiesta del Dipartimento di Giustizia americano di anticipare dall’1 ottobre al 21 settembre l’udienza sulla legge sull’aborto approvata nello Stato. L’anticipo dell’udienza è stato chiesto per stabilire se la legge dovesse o meno essere sospesa mentre il governo andava avanti con la sua battaglia legale.

L’Associazione delle cliniche accreditate per l’interruzione della gravidanza (Acai), nel 2018, ha condotto un report in cui sono state intervistate 300 donne. L’89% di loro ha dichiarato di essersi sentita perseguitata dai gruppi antiabortisti appostati al di fuori delle cliniche.

Dalla Spagna, però, anche se ci sono discussioni in atto tra leader di partiti politici, alcuni si sono espressi a favore di una riforma del Codice Penale che sanzioni con pene da tre mesi a un anno di reclusione o servizi sociali chi “molesta o limita la libertà di una donna che vuole esercitare il suo diritto di interrompere la gravidanza”, altri credono che questa legge si possa trasformare in un nuovo delitto. Ma il Congresso  ha dato il via libera per l’inizio dell’iter legislativo della proposta di legge affinché ad ogni donna venga concesso il diritto e la libertà di interrompere la gravidanza.

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