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Cronaca

Violenza su un bambino di 10 anni: un animatore turistico è stato arrestato

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Vacanza da incubo: animatore conquista la fiducia di una famiglia e violenta il figlio minore. Era già stato condannato per reati analoghi.

L’arresto

Lucca, trentenne finisce in manette per un reato che avrebbe commesso dieci anni prima. L’uomo è accusato di violenza sessuale ai danni di un minore di soli 10 anni. I fatti risalgono all’estate del 2014: il giovane, all’epoca poco più che ventenne, lavorava come animatore turistico in un campeggio in provincia di Ravenna.

Un amico di famiglia

Dapprima un saluto, poi una battuta, alcuni convenevoli, delle risate per gli spettacoli. Il giovane in poco tempo è riuscito a conquistare la fiducia di una delle famiglie che stava trascorrendo le vacanze nello stesso camping dove l’uomo prestava servizio. Così, colui che doveva occuparsi dell’intrattenimento degli ospiti è ben presto divenuto un amico: l’animatore, infatti, era spesso invitato ai pranzi e alle cene che la famiglia in questione teneva nella roulotte che le era stata assegnata. È stato proprio durante uno di questi incontri che ha avuto luogo la violenza nei confronti del minore.

La violenza

La vacanza stava per terminare, erano ormai giunti gli ultimi giorni del soggiorno. Il giovane si era recato dalla famiglia per un ultimo saluto. L’enorme fiducia riversata nei suoi confronti, ha fatto sì che questo potesse restare a dormire lì per l’intero weekend. Durante la notte, verso il sorgere delle prime luci del mattino, si è verificata la violenza. Il bambino era da poco fuoriuscito dal bagno, l’animatore ha approfittato del momento per chiedergli di raggiungerlo a letto. A niente sono serviti i continui rifiuti da parte del minore: l’uomo lo ha costretto con forza a subire gli atti sessuali.

Reati recidivi

L’uomo sembrerebbe essere recidivo. In passato ha ricevuto una condanna per fatti analoghi, tutti risalenti al 2015: violenza ai danni di un bambino di 10 anni e stalking nei confronti di un minore di anni 11. Attualmente, il 30enne si trova nella casa circondariale di Prato. Dovrà scontare una pena di 4 anni e 8 mesi.

A svolgere le indagini è stato il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale della Toscana, in collaborazione con la Sezione Operativa di Lucca. L’ordine di carcerazione è stato emesso dalla Procura di Forlì.

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