Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato, nella giornata di ieri, il ricorso alla mobilitazione militare “parziale”, che comporterebbe l’invio al fronte di 300mila riservisti.
Il capo del Cremlino, dunque, rilancia al rialzo contro l’Occidente accusato di voler “indebolire, dividere e distruggere la Russia”. Putin ha chiarito che userà “tutti i mezzi a nostra disposizione” per affrontare la guerra e se l’Occidente dovesse usare il ricatto del nucleare contro la Russia, non esiterebbe a rispondere con la stessa moneta.
Rivolte, arresti e fuga
Dopo le agghiaccianti parole di Putin, i voli diretti da Mosca verso Istanbul, Turchia, Armenia e Azerbaigian, sono andati immediatamente esauriti. E nel giro di poche ore anche i voli verso Kazakistan e Uzbekistan hanno smesso di comparire sul sito web.
Potrebbe essere definita come una fuga da Mosca quella che si sta verificando nelle ultime ore.
Tantissimi i cittadini russi scesi in piazza a protestare. Mosca e San Pietroburgo i due epicentri delle proteste dove i manifestanti hanno scandito una serie di slogan rivolti proprio allo zar: “In trincea mandateci Putin” hanno gridato.
Nel corso del pomeriggio è intervenuta la polizia che, anche con l’uso della forza, ha provato a sedare le proteste e ha condotto in caserma diverse centinaia di dissidenti.