Grazie alle risorse investite nel settore e al team di esperti, l’Italia si pone all’avanguardia nella seconda rivoluzione quantistica.
È a partire dal Novecento che si può iniziare a parlare di una prima rivoluzione quantistica. A seguito della teorizzazione delle proprietà quantistiche della materia, si è giunti alla realizzazione di tecnologie innovative quali il transistor e il laser; di fatto, tutti gli odierni dispositivi elettronici che conosciamo utilizzano queste nuove tecnologie.
A oggi, la capacità di controllare ancora di più le proprietà quantistiche della materia ha permesso di aprire la strada a quella che viene definita la seconda rivoluzione quantistica.
L’Italia in prima fila
“Il dipartimento di Fisica ha deciso di investire nelle Scienze e nelle Tecnologie quantistiche, in linea con l’Università di Bologna, in un’operazione di ampio respiro“, ha spiegato il direttore del dipartimento di Fisica e Astronomia , Andrea Cimatti. ” È un’operazione che parte da Bologna e che dall’Emilia Romagna si estende a tutta l’Italia“, ha aggiunto.
Ad investire nelle tecnologie quantistiche anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A Bologna si prevede di installare uno dei sette computer quantistici previsti dal programma europeo European High-Performance Computing Joint Undertaking. L’Italia diventerà così una delle “sette sorelle quantistiche”, come sono chiamati i centri che in Europa hanno già un computer quantistico. Oltre alla Germania con i centri di Jülich e Monaco, ne fanno parte Spagna, Francia, Polonia e Repubblica Ceca. Una volta installati, i sette computer quantistici costituiranno la prima rete europea. Al momento sono attivi quelli di Parigi e di Jülich.
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