Il mondo della fotografia saluta Oliviero Toscani, uno dei maggiori fotografi italiani.

Oliviero Toscani, il fotografo rivoluzionario
Oliviero Toscani era un figlio d’arte: suo padre Fedele è stato un grande fotografo che ha lavorato per il Corriere della Sera. Fu il primo a fotografare Willis Simpson ed Edoardo VIII di Inghilterra. Oliviero intraprese gli stessi studi del padre. Dopo il diploma, studiò grafica a Zurigo, dove rimase per cinque anni. Come affermò egli stesso: “c’era una grande disciplina per le forme, e soprattutto il concetto di ciò che disegni“.

Fin dall’inizio della sua carriera il suo lavorò si concentrò su crocevia tra cronaca, design e pubblicità. Toscani non era un teorico, era un fotografo. Per lui le fotografie potevano raccontare quello che accadeva nel mondo, ma dentro quello che accadeva c’erano tante cose diverse. Per lui la fotografia era come un’arte applicata in grado di raffigurare la realtà e la pubblicità come veicolo per comunicarla.

Tra alcune delle sue campagne più rivoluzionarie c’è sicuramente quella delle mani ammanettate in piazza San Babila a Milano durante Mani Pulite, i morti di mafia, il ragazzo palestinese e quello israeliano abbracciati, la bambina bionda come angioletto e il bambino afro invece il diavoletto, i tre cuori umani “White, Black, Yellow“, il bacio tra il prete e la suora, i preservativi colorati, il malato di Aids circondato dalla famiglia.

Oltre al fastidio e la polemica, quelle campagne, per la prima volta, univano messaggio politico e mercato, attualità e commercio.Di certo si tratta di una persona che è riuscita a fare la storia e sicuramente la sua è una grande perdita.
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