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Cronaca

Attacchi a Barcellona e Berlino: si segue la pista anarchica

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Atti vandalici, incendi e messaggi di solidarietà per Alfredo Cospito: una serie di questi avvenimenti è stata registrata nel giro di pochissime ore nei pressi di due sedi diplomatiche italiane, quelle di Barcellona e Berlino. Proprio i messaggi spingono le indagini in direzione della pista anarchica.

Gli attacchi a Barcellona e Berlino

A Barcellona è stata sfondata una porta a vetri e poi imbrattata con della vernice rossa; anche un murale dello scultore Josep Maria Subirachs è stato vandalizzato – con della vernice spray è stato scritto “Estat italian assassin” e “Libertat Cospito”. A Berlino, invece, è stata incendiata un’auto di un funzionario.

Le forze dell’ordine spagnole, dopo aver visionato le riprese effettuate dalle telecamere di sicurezza, avrebbero già identificato cinque persone.

Chi è Alfredo Cospito?

Questi atti vandalici sarebbero segni di solidarietà nei confronti di Alfredo Cospito, un anarchico accusato di aver gambizzato nel 2012 l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, e di aver piazzato nel 2006 due pacchi bomba realizzati con delle pentole a pressione fuori la scuola dei carabinieri di Fossano.

L’uomo, detenuto in regime di 41 bis, sta facendo da cento giorni lo sciopero della fame – Cospito sarebbe convinto che la sua condanna sarebbe “spropositata” e “ingiustificata”.

Attacchi in Italia: “Lo Stato non scende a patti con chi minaccia”

Nelle ultime ore anche in Italia si sono verificati disordini in varie città. Diversi gli attacchi: una bomba molotov è stata lanciata contro un commissariato di Polizia, a Torino è stato incendiato un ripetitore e dei proiettili sono stati indirizzati al direttore del Tirreno e al Procuratore Generale Francesco Salluzzo. Inoltre, ci sono state violente proteste a Roma, durante le quali un agente di polizia è stato anche ferito.

Lo Stato non scende a patti con chi minaccia”: questa la risposta di Palazzo Chigi alle manifestazioni. “Azioni del genere non intimidiranno le istituzioni, tantomeno se l’obiettivo è quello di allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici”, è scritto ancora nella nota del governo.

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