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2 anni agoon
Qualcuno dice che i libri siano cibo per la mente, altri tirano in ballo anche lo spirito; l’unica cosa di cui sono certa è che io ho sempre fame di storie. Mi considero una lettrice onnivora e frequento tutti gli scaffali senza pregiudizio – mi capita di leggere tanto libri-fast-food quanto storie gourmet; mastico con piacere sia amarezze e racconti caustici che sillabe dolci; apprezzo confetture di parole aspre e anche romanzi al sangue. Ogni libro, mi sono sempre detta, ha il suo sapore.
Ma in “Attribuzioni” di Antonio Vangone, recentemente pubblicato da pièdimosca, non c’è un solo sapore: questa raccolta è una scatola piena di minuscole caramelle. Ogni storia è una sorpresa brevissima, un confetto – ciascuna 1500 caratteri, spazi inclusi – dal sapore diverso. Le 128 pagine distillate dall’autore espongono memorie feroci, rane di bitume e civiltà misteriose, storie struggenti, divertenti, folli e devastanti, tenere e crudeli – un buffet in miniatura da tenere sempre in tasca.
In questa raccolta l’autore, attraverso uno stile raffinato e spesso sperimentale, è riuscito nella non facile impresa di recuperare il gusto della sorpresa: sfogliando il piccolo volume il lettore non ha alcuna certezza riguardo a cosa lo aspetti nella pagina successiva. Si passa con disinvoltura dal sentimentalismo alla fantascienza fino ad arrivare alla follia – Antonio Vangone gioca con la scrittura e ci trascina con lui in un vortice di stupori e capriole.
Filo conduttore tra tutte queste brevissime narrazioni è la voce dell’autore, un timbro che attraversa le tre sezioni in cui è diviso il libro restando sempre riconoscibile ma non risultando mai invadente.
Questo volumetto non si limita a raccontare e chiede al lettore di partecipare. Al posto dei titoli scelti dall’autore, all’apertura delle tre sezioni del libro ci sono, infatti, degli scarabocchi.
“I libri devono parlare di qualcosa e questo qualcosa dev’essere ben chiaro: ho scelto di disobbedire a questa regola ingiustificata” spiega l’autore in una nota “lasciando a chi legge la libertà di scegliere cosa unisce o separa le finzioni qui raccolte.” Attraverso la scannerizzazione di un QR code, il lettore potrà inserire i titoli che lui attribuirebbe a quelle sezioni, in un gioco raffinato che, prima di rendere il testo ironico e poetico, lo rende attivamente divertente – una caratteristica che sempre meno testi riescono a possedere e trasmettere.
Perché leggere “Attribuzioni”?
1. Si tratta di una raccolta sperimentale e raffinata sia nella forma che nei temi;
2. le microfinzioni che contiene si susseguono in maniera sorprendente e mai noiosa;
3. è un libro divertente che dialoga con il lettore e lo rende partecipe.
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