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Bozza nuova tassa di soggiorno: fino a 25 euro

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Una norma, ancora in fase di bozza, che potrebbe essere inserita in un prossimo decreto metterebbe mano all’imposta di soggiorno, con aumenti non da poco e gli incassi che verrebbero destinati non solo al turismo.

Protestano le associazioni di categoria delle strutture turistiche

Un aumento che non è visto di buon occhio dagli albergatori.

Così mentre a Barcellona i locals non ne possono più e scendono in piena Rambla a sparare getti d’acqua contro gli ignari stranieri in visita nella capitale catalana e a Santorini, iconica isola greca dell’Egeo, 15.000 residenti per 11.000 turisti al giorno in alta stagione, il sindaco chiude i residenti ‘ai domiciliari’, l’Italia, la cui crescita dipende sempre più dalle decine di milioni di visitatori che la visitano ogni anno, il turismo lo tassa.

Federalberghi non approva la bozza che sta circolando in ambienti governativi. Questa autorizzerebbe ad applicare l’imposta di soggiorno in tutti i 7.904 comuni italiani – oggi la possono applicare solo i capoluoghi di provincia, le unioni di comuni e i comuni turistici – e ad aumentarne l’importo.

Le imprese del turismo non condividono la proposta di aumentare ulteriormente l’imposta di soggiorno. Il settore, che è tra i primi a contribuire alla crescita del Pil e dell’occupazione, ha da poco rinnovato il Contratto collettivo nazionale di lavoro, sobbarcandosi un onere rilevante. L’obiettivo comune dev’essere quello di sostenerne la crescita, non di frenarla”.

Cosa prevede la bozza della norma

La bozza della norma prevede che l’imposta di soggiorno sia estesa a tutti i Comuni che vorranno applicarla. Non solo, quindi, ai capoluoghi o a quelli turistici o considerati città d’arte. In più, potrebbe essere rimodulata: si parte da un importo fino a 5 euro nel caso di costo del pernottamento inferiore a 100 euro e si sale ad un massimo di 25 euro al giorno negli alberghi di extralusso – oltre 750 euro a notte.

Ad esempio, per una camera in un hotel a tre stelle dal prezzo di 100 euro si pagheranno fino a dieci euro per notte. Per Federalberghi è come se da un giorno all’altro il peso dell’Iva (che è pari al 10%) venisse raddoppiato. È stabilito anche, scrive ancora l’ANSA, che gli incassi vengano destinati non solo ad interventi nel settore del turismo ma anche a raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Tutti parlano, tranne i turisti

Federalberghi chiede al governo di “imporre una corretta disciplina di bilancio agli enti locali, anziché fornirgli gli strumenti per peggiorare la situazione“. Anche Confindustria Alberghi fa muro contro la norma allo studio, perché le strutture recettive non possono essere “un mero bancomat per i comuni”.
Nel 2023 l’imposta di soggiorno ha fruttato complessivamente 702 milioni di euro. Per i comuni più grandi, come Roma che applica un prelievo medio di 5,5 euro (10 euro nelle strutture di lusso), significa incassi superiori ai 100 milioni di euro l’anno. Ad oggi l’imposta di soggiorno prevede il versamento di un importo che oscilla tra 1 e 10 euro. Questa particolare tassa è stata introdotta nuovamente nel 2011, dopo che era stata abolita vent’anni prima. L’elenco dei comuni che hanno deciso di adottarla è lungo. Staremo a vedere se anche in questa circostanza si trovi l’accordo fra le parti in causa, dove gli unici che non hanno parola sono i protagonisti, i turisti stessi.
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