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Costume e Società

Che cos’è l’asessualità?

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Che cos’è l’asessualità? L’asessualità è un orientamento sessuale che prevede attrazione sessuale verso nessun genere.

Quell’asessualità è un argomento di cui, ancora oggi, si parla molto poco.

Molte persone si definiscono “asessuali” e affermano di essere molto diverse da chi decide di astenersi dal sesso per motivi religiosi o morali: la castità è una scelta, l’asessualità è un orientamento sessuale. Come dire: non è qualcosa che scegli di essere, è qualcosa che ti appartiene dalla nascita, che è involontario.

Quello degli asessuali, o Aces, dunque, è un gruppo molto eterogeneo di persone. Accumunate, al di là delle differenze individuali più o meno sostanziali, dall’assenza, praticamente completa, di interesse verso il sesso. E sarebbe proprio questa la questione centrale che differenzia l’asessualità da tutte le altre situazioni in cui non si desidera. O non si ha accesso ad una sessualità a due. Motivi ideologici, culturali, religiosi e, non ultimi, disfunzioni sessuali quali il disturbo del desiderio ipoattivo.

Ciò che gli asessuali, quindi, riportano e rivendicano è il loro naturale e innato disinteresse verso il sesso. Semplicemente un modo di essere, non una patologia né una scelta. Infatti, in questo senso, il movimento degli asessuali sta combattendo affinché l’asessualità venga riconosciuta come orientamento sessuale. Alla stregua dell’eterosessualità, della bisessualità e dell’omosessualità: una delle normali varianti della sessualità umana. In generale, quindi, le persone asessuali non provano attrazione sessuale, indipendentemente dalla loro libido e/o orientamento romantico. Ciononostante, alcuni di essi decidono comunque di avere rapporti sessuali. Pur non sentendosi sessualmente attratti dal partner. I motivi possono essere molti. Il desiderio di concepire un figlio, l’intimità emotiva, l’accontentare un partner non asessuale, etc.). Mentre altri risultano completamente contrari a qualsiasi forma di contatto fisico sessuale.

In ogni caso, è possibile distinguere alcune sottocategorie all’interno del variegato gruppo asessuale:

  • Aromantici: coloro che non sentono il bisogno di formare relazioni romantiche ma che sono soddisfatti dall’intrattenere profonde relazioni amicali.
  • Romantici: asessuali che desiderano una relazione romantica ma senza la presenza dell’aspetto sessuale.
  • Demisessuali: persone capaci di provare attrazione sessuale ma solo nel caso in cui si sia già stabilito un forte legame emotivo e sentimentale.
  • Gray-A: il desiderio di avere relazioni sessuali non è del tutto inesistente ma è sufficientemente basso da poterli far identificare con altri membri della comunità Aces.

Rispetto all’incidenza di questo fenomeno, uno studio del 2004 condotto da Anthony Boagert, professore alla Brock University dell’Ontario e uno dei massimi esperti mondiali sull’argomento, ha rivelato come esso riguardi circa l’1% della popolazione, mentre ricerche più recenti lo descriverebbero comunque come un fenomeno in crescita.

Probabilmente, l’ausilio di piattaforme on line e network dedicati allo scambio di informazioni tra persone asessuali ha fornito un contributo fondamentale. Un contributo per far uscire dal silenzio chi si riconosce in questo orientamento, oltre a creare un luogo importante di sostegno e confronto. Aven, (Asexual Visibility and Education Network) creata nel 2001 da David Jay, è attualmente la più grande comunità di asessuali in rete. Comunità che solo in Italia, conta oltre 2500 membri i quali quotidianamente si incontrano e animano le molteplici discussioni in corso nel forum.

Inoltre, tale bisogno di appartenenza ad una comunità che lotta per veder riconosciuta la propria identità si manifesta anche attraverso la condivisione di tutta una serie di simbologie.

Quali la bandiera con i colori asessuali (nero per asessualità, grigio per grey-asessualità, bianco per sessuale e viola per comunità), l’indossare un anello nero sul dito medio della mano destra, il simbolo dell’asso di spade o l’asso di cuori. In conclusione, quella dell’asessualità è una questione tutt’ora aperta. Tra chi ne sostiene le motivazioni e il diritto a veder riconosciuto il proprio “orientamento sessuale”. E chi la guarda con sospetto, come fosse un rifugio dietro al quale nascondere problematiche sessuali e relazionali vere e proprie.

Storia del termine

Il termine “asessualità” fu riportato per la prima volta da Alfred Kinsey e colleghi nel 1948 attraverso l’inclusione di una categoria “X” alla nota scala Kinsey per la valutazione dell’orientamento sessuale, rappresentante l’insieme delle persone che non manifestano attrazioni sessuali. Successivamente l’asessualità fu descritta nel 1980 da Storms, il quale, attraverso il suo modello bidimensionale dell’orientamento sessuale, spiegò come gli individui asessuali si caratterizzano per la presenza di bassi livelli di eteroerotismo (attrazione per il sesso opposto) e bassi livelli di omoerotismo (attrazione per lo stesso sesso).

Negli anni successivi l’asessualità ricevette ben poca attenzione accademica, fino a quando nel 2004 Bogaert non pubblicò i risultati di un’indagine su di un campione probabilistico inglese, in cui circa l’1% dei 18.000 rispondenti riportava la mancanza di attrazione sessuale.

Bogaert definì l’asessualità umana come la mancanza di attrazione sessuale verso qualcuno o qualcosa, specificando come l’assenza di sentimenti lussuriosi o inclinazioni sessuali verso gli altri debba avere una natura durevole o implicare una disposizione od orientamento stabile. Ma se la mancanza di attrazione sessuale è il comune denominatore che caratterizza le persone asessuali, ciò non significa che non vi siano differenze soggettive nel modo di vivere le relazioni, l’attrazione e l’arousal sessuale.

Essere asessuali non significa infatti che le attività e i comportamenti sessuali siano assenti, né che vi sia una mancanza di desiderio sessuale in sé.

Inoltre, l’essere asessuali non significa che vi sia una mancanza di attrazione romantica/affettiva verso le altre persone, ovvero non vuol dire che tutte le persone asessuali siano necessariamente aromantiche, dato che vi possono essere inclinazioni eteroromantiche, omoromantiche o biromantiche. Infine, la mancanza di attrazione sessuale non implica la mancanza di esperienze fisiologiche di arousal sessuale. Dato che le capacità di lubrificazione vaginale e di erezione restano intatte.

La prevalenza di questo fenomeno non è ancora chiara data la mancanza di un consenso univoco sulla definizione di asessualità negli studi presenti in letteratura, ma le stime di ricerche recenti variano dallo 0.5% al 3.3% della popolazione.

L’asessualità è stata concettualizzata in modi differenti nel corso del tempo e i vari inquadramenti del fenomeno la vedono o come un disturbo mentale, o come una parafilia, o come un disturbo del desiderio sessuale ipoattivo o come un orientamento sessuale unico. Di seguito verrà presentato un excursus delle varie definizioni.

Un tema scottante, quando si parla di questo argomento, è la masturbazione.

Se gli asessuali non sentono desiderio, non dovrebbero masturbarsi. E invece no, si masturbano, ma c’è una spiegazione anche per questo. Non è che non si senta lo stimolo sessuale, solo che non vi è attrazione per gli altri. Molti asessuali sono infastiditi da questa domanda, considerata intrusiva e apparentemente inutile riguardo alle loro abitudini private.

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