In seguito alla proposta di candidare Antonio Piccirillo, giovane figlio di un capoclan della camorra che ha reciso le radici del suo rapporto con i familiari e che oggi studia e si dedica al volontariato, Alessandra Clemente ha dichiarato:
“Ci accomuna la violenza che abbiamo patito.
“Io ho visto morire mamma, Silvia Ruotolo, una donna senza colpa, lui si è ribellato al destino che vuole un figlio di un gangster divenire, per via ereditaria, un gangster.”
Alessandra Clemente “Era una dimensione che mi travolgeva”
“La colpa di essere figlia e testimone di quello scempio, la colpa di essere inseguita dalle parole di compatimento o anche dalle domande insinuanti o solo banalmente malevoli. Una dimensione che mi travolgeva, come se mamma fosse stata imprevidente a trovarsi in quel posto a quell’ora.
“La mia colpa di essere rimasta sola
e di vivere immersa in un ricordo perpetuo, marmoreo”
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