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2 anni agoon
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RedazioneAd occuparsi del delicato intervento, una squadra di medici e specialisti dell’ospedale Niguarda di Milano che ha impiantato l’organo realizzato grazie al personale della cardiologia pediatrica, dell’emodinamica, della ginecologia e agli specialisti dell’intensiva neonatale del nosocomio milanese. Gli specialisti del Niguarda, per fare questa operazione, hanno collaborato con i Fisici sanitari del Niguarda e con gli ingegneri del 3D 4 Med Printing Clinical Lab del San Matteo di Pavia.
Il cuore 3D è stato stampato sulla base delle immagini anatomiche messe a disposizione dagli esperti di risonanza magnetica cardiaca dell’ospedale Niguarda.
Un intervento ad alto rischio, ma riuscito perfettamente così come dichiarato dal cardiologo pediatrico Giuseppe Annoni: “Anche qui a Niguarda ci è sembrato un caso ad alto rischio. Ma abbiamo voluto tentare con un intervento che da un lato andasse a rinforzare il cuore per permettere all’organo di sostenere l’affaticamento della gravidanza e che dall’altro limitasse i possibili danni per il feto, visto che la procedura di posizionamento del device per allargare la stenosi cardiaca era radio-guidata e questo avrebbe esposto il feto a un irraggiamento consistente con i raggi X”.
Il responsabile dell’Emodinamica, Jacopo Oreglia, ha sottolineato: “L’ intervento è stato effettuato alla sedicesima settimana di gravidanza e le prove ci hanno condotto a optare per l’utilizzo di un catetere che inserito dall’arteria femorale ha rilasciato un pallone nel punto della stenosi cardiaca da trattare. Le prove fatte ci hanno consentito di velocizzare la procedura e sono bastati poco più di 30 minuti di irraggiamento per il sistema di navigazione a raggi X, utilizzato peraltro al minimo della potenza, in modo da limitare i rischi per la bambina”.
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