Il 2022 è stato uno tra gli anni in cui si sono registrate più dimissioni dal lavoro in Italia. Sono quasi 2 milioni 200 mila le dimissioni registrate lo scorso anno, in aumento del 13,8% rispetto al 2021 quando in totale sono state 1 milione 930 mila. Così emerge dagli ultimi dati trimestrali sulle comunicazioni obbligatorie del Ministero del Lavoro.
Dimissioni in aumento
Tra le cause di cessazione, le variazioni più significative si registrano nei licenziamenti (+10,6%, pari a +17 mila), nelle cessazioni di contratti a termine (+8,4%, pari a +162 mila) e nelle dimissioni (+6,6%, pari a +35 mila), mentre scendono i pensionamenti (-24,9%) e le cessazioni di attività (-20,9%)
In particolare, secondo i dati del Ministero, le cessazioni crescono in misura maggiore nel settore dei servizi, con un incremento dell’8,5% (pari a + 187 mila rapporti) mentre in quello dell’agricoltura si riscontra un decremento (-0,9%); nel settore industriale (+5,8%, pari a +23 mila) la variazione dei rapporti cessati cresce in misura maggiore nelle costruzioni (+7,5%) rispetto all’industria in senso stretto (+4,6%).
Un trend negativo che però cala nell’ultimo trimestre dello scorso anno, quando le dimissioni sono state 528.755, meno 6,1% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Stando ai dati raccolti dalla Fondazione studi Consulenti del Lavoro, l’aumento di dimissioni volontarie in Italia potrebbe essere stato alimentato per lo più da professionisti qualificati che cercano un altro lavoro, pagato meglio e più soddisfacente.
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