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Giorgia Meloni rifiutata dalla comunità ebraica

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Il rastrellamento del ghetto di Roma fu una retata di oltre mille persone appartenenti alla comunità ebraica. Le truppe tedesche della Gestapo lo misero in atto con la collaborazione dei funzionari del regime fascista, il Sabato Nero del 16 ottobre 1943. In memoria di questa giornata, Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia, aveva annunciato che anche lei sarebbe stata presente alla deposizione della corona di fiori in ricordo delle vittime.

Le dichiarazioni di Giorgia Meloni

Durante la conferenza stampa di pochi giorni fa, tenutasi al Jerusalem prayer Breakfast a Roma, la politica aveva dichiarato: “Sono contenta di partecipare come romana e cattolica, per ricordare la terribile deportazione dei 1259 ebrei del ghetto, ad opera della follia nazi-fascista. Rappresento la vicinanza e l’amicizia di Fratelli d’Italia e dei Conservatori europei di ECR alla comunità ebraica romana e italiana, in questa terribile ricorrenza di dolore per l’intera comunità nazionale”

Le motivazioni del rinvio

Oltre alla Meloni, ci sarebbero dovuti essere il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, il capogruppo a Montecitorio Francesco Lollobrigida e il senatore Giovanbattista Fazzolari. Ma la delegazione di Fratelli d’Italia dovrà aspettare. La visita al ghetto di Roma infatti, dopo una telefonata tra Giorgia Meloni e la presidente della comunità ebraica romana, Ruth Dureghello, è stata spostata a una data ancora da destinarsi.

Ruth Dureghello ha spiegato: “Abbiamo rinviato la visita per questioni di opportunità nell’imminenza del voto, non ci sono altri temi, sarà riprogrammata”. Il partito Fratelli d’Italia ha comunicato: “Abbiamo deciso, nel rispetto di tutti e per evitare qualsiasi incomprensione, di posticipare la visita a dopo le elezioni. Il virus dell’antisemitismo non è stato ancora debellato e ribadiamo il nostro impegno per combatterlo senza reticenze”.

Sicuramente hanno influito le gravissime affermazioni di Enrico Michetti, candidato del centrodestra alle elezioni amministrative a Roma, tra cui “Per gli ebrei c’è stata più pietà perché avevano le banche”, ma non solo. La comunità ebraica ha respinto Giorgia Meloni e l’intero partito. Perché, spiega Repubblica, ci sarebbe “Un sentimento diffuso che non vede nell’azione di Fdi la prosecuzione di una presa di distanze dal passato, che aveva invece intrapreso Gianfranco Fini quando a Gerusalemme disse che il fascismo “fu parte del male assoluto”.

Fratelli d’Italia è a rischio

Nonostante le parole di Tobia Zevi, esponente della comunità ebraica romana, in cui si evince un apprezzamento riguardo le dichiarazioni di Giorgia Meloni sul fascismo, la situazione è ancora molto precaria. Zevi dichiarava: “Oggi non è un giorno qualsiasi. 39 anni fa la violenza terrorista esplose alla Sinagoga di Roma, uccidendo un bambino di due anni, un ‘bambino italiano’, Stefano Gaj Tachè. Oggi la leader della destra italiana, Giorgia Meloni, in un’intervista ha espresso parole importanti sul fascismo. Parole a mio giudizio non ancora definitive, ma comunque importanti”.

Oltre alla visita rimandata, che rappresenta un evidente problema di immagine, c’è anche la querela imminente che Tobia Zevi ha annunciato nei confronti di Enrico Michetti ai sensi della legge Mancino, un’ulteriore peso che grava sulla reputazione del partito.

“E sempre oggi escono queste parole vergognose scritte (non pronunciate) da Enrico Michetti, candidato a sindaco della Capitale. Da cittadino romano di religione ebraica ripeto ciò che dissi la prima volta che ho ascoltato Michetti: mi preoccupa una sua possibile elezione, e penso che debba preoccupare qualunque persona che si professa democratica. A Giorgia Meloni dico: hai l’occasione per dimostrare la tua sincerità, prendendo le distanze dal tuo candidato. Da militante politico, infine, penso che anche la politica abbia dei limiti. Di fronte a simili affermazioni antisemite mi consulterò con i legali nelle prossime ore per valutare se ci siano gli estremi per sporgere denuncia-querela contro Enrico Michetti ai sensi della legge Mancino”.

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