La guerra del grano: cosa sta succedendo?

La Russia accusa l’Ucraina di “terrorismo alimentare”

Il Ministero della Difesa russo sostiene che i combattenti ucraini abbiano volontariamente dato alle fiamme un granaio nel porto di Mariupol, nella regione del Donetsk, distruggendo, in questo modo, oltre 50mila tonnellate di grano.

“I militanti ucraini non volevano lasciare il grano agli abitanti di Mariupol” ha dichiarato il capo del Centro nazionale per il controllo della difesa in Russia Mikhal Mizintsev, aggiungendo che quest’azione rientra per Mosca nella definizione di “terrorismo alimentare, che Kiev” aggiunge Mizintsev “compie contro il suo stesso popolo”.

Secondo Lavrov la crisi non è colpa della guerra

Durante una conferenza stampa ad Ankara, il ministro degli esteri russo Lavrov ha affermato che la crisi alimentare non avrebbe affatto origine da questa guerra: “La federazione russa non ha creato alcun ostacolo per il passaggio” ha aggiunto, riferendosi alle navi con prodotti agricoli bloccati nei porti dell’Ucraina.

Soltanto l’Occidente, secondo Lavrov, vedrebbe la situazione come una catastrofe:  “In realtà solo meno dell’1% della produzione mondiale di grano e altri cereali sono bloccati. Questo non ha a che fare con la crisi alimentare”.

Ursula Von der Leyen: “Il cibo è parte dell’arsenale del terrore del Cremlino”

Ursula Von der Leyen, presidentessa della Commissione Europea, non ha risparmiato parole dure nei confronti della Russia: la crisi alimentare sarebbe infatti per la Von der Leyen frutto di “un freddo, insensibile e calcolato assedio di Putin ad alcuni dei paesi e delle persone più vulnerabili del mondo. Il cibo è diventato parte dell’arsenale del terrore del Cremlino.”

“Ci aspettiamo” ha commentato invece il Ministro degli Esteri italiano, Luigi di Maio “fatti concreti dalla Russia rispetto allo sblocco del grano. Ci sono stati proclami, anche sul dialogo negoziale, che però poi non è andato da nessuna parte”.

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