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Tornano balneabili Marechiaro e Gaiola: Revocato il divieto

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Tornano balneabili, dopo esattamente 14 giorni di divieto, l’area marina protetta di Gaiola e Marechiaro. Le due zone erano le uniche rimaste proibite dopo lo scarico a mare di liquami dovuto alla saturazione della rete fognaria a causa dei temporali del 18 e 19 luglio scorso.

“Erano stati evidenziati, dopo i prelievi svolti tra il 19 e il 20 luglio, valori dei parametri microbiologici oltre i limiti di legge – si legge in una nota dell’Arpac – confermati dai prelievi suppletivi del 26 luglio. Il persistere delle criticità in questi tratti di mare ha portato a ulteriori approfondimenti congiunti tra i tecnici comunali e i tecnici dell’Agenzia per l’individuazione e la rimozione delle cause di inquinamento. Gli ultimi prelievi hanno riscontrato il rientro dei valori entro il limite di legge nei tratti Marechiaro, Via Partenope e Piazza Nazario Sauro (comune di Napoli) e Ex Bagno Rex (comune di Portici). Per dette acque il divieto di balneazione temporaneo adottato dai comuni interessati può essere revocato. Si riscontrano ancora parametri oltre i limiti di legge a Torre Annunziata tratto Villa Tiberiade che non consentono il ripristino della balneabilità”.

Restano però molti dubbi sul protocollo che ha portato al divieto di balneazione, visto che dallo sversamento in mare al provvedimento sono trascorsi 6 giorni in cui cittadini e turisti hanno continuato a fare il bagno, inconsapevolmente, in un’acqua inquinata. Su questo tema, però, sempre nella nota dell’Arpac viene specificato che: “I comuni hanno la possibilità in virtù della delibera regionale di avvio alla stagione balneare di interdire la balneazione in via prudenziale per 48 o 72 ore in caso di acquazzoni estivi, misura che consentirebbe anche di posticipare i prelievi in quelle acque qualora previsti in quei giorni dalla programmazione ordinaria”.

L’ente regionale avanza dunque l’ipotesi che il Comune di Napoli avrebbe potuto interdire la balneazione in via emergenziale, cosa che fino ad oggi è sempre stata negata da Palazzo San Giacomo. Restano, però, interrogativi anche nella calendarizzazione dei prelievi da parte di Arpac. Le zone di Nisida e Trentaremi non sono mai state toccate dal divieto di balneazione, non perché non inquinati, ma perché non sono state eseguite analisi in quei tratti di mare. Una nota certamente non felice per la facciata turistica della città.

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