Giovedì 30 giugno è scattato l’obbligo dei POS e le sanzioni per i commercianti, gli artigiani e professionisti che non consentiranno ai loro clienti di fare pagamenti con carte e bancomat.
Alcune associazioni dei consumatori accolgono la nuova norma con favore mentre altre associazioni di settore esprimono preoccupazione, come i tabaccai che chiedono l’esonero.
L’obbligo che scatta è accompagnato da una sanzione di 30 euro. In caso di rifiuto di un pagamento di 100 euro tramite il Pos, il commerciante andrebbe incontro ad una sanzione da 34 euro (30 euro di ammenda fissa e 4 euro per quella variabile).
LA PROTESTA DI CONFCOMMERCIO
Confcommercio in una nota ribadisce la sua linea sottolineando che “Non si può pensare di incentivare i pagamenti elettronici attraverso il meccanismo delle sanzioni, quello che serve per raggiungere questo obiettivo è una riduzione delle commissioni e dei costi a carico di consumatori ed imprese, anche potenziando lo strumento del credito d’imposta sulle commissioni pagate dall’esercente, e introdurre la gratuità per i cosiddetti micropagamenti. Già oggi nel nostro Paese il numero di transizioni con carte di debito, di credito e prepagate è elevato con una crescita, nell’ultimo quinquennio, del 120% e sono oltre 4 milioni i Pos installati e attivi presso le attività commerciali e di servizi. È dunque evidente che il nostro sistema dei pagamenti è già in pieno sviluppo, ora va fatto di più per modernizzare ulteriormente questo processo rendendolo più efficiente e meno oneroso. Agire per via sanzionatoria per la mancanza del Pos non è certo la strada da seguire, andrebbe invece prorogata tempestivamente la misura istituita dal decreto “Sostegni-bis”, in scadenza a fine giugno, che dispone l’incremento del credito d’imposta sulle commissioni pagate dagli esercenti che adottano sistemi evoluti di incasso“.
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