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Nasce “Insieme per il futuro” dallo strappo del M5S

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Alla fine è successo davvero: il Movimento Cinque Stelle si è spaccato a metà e a operare la dolorosa frattura è stato il ministro degli esteri, Luigi di Maio.

L’addio e le accuse: di Maio saluta il Movimento

Quella di oggi è una scelta sofferte che mai avrei immaginato di dover fare.” ha dichiarato ieri sera di Maio “Oggi io e tanti colleghi lasciamo il Movimento 5 Stelle: grazie al M5S per quello che mi ha dato, ma credo anche di avere ricambiato. Da domani non sarà più la prima forza in Parlamento.”

Un epilogo che in realtà in molti si aspettavano e che temevano a causa dei continui attriti – soprattutto sulla questione guerra e armi – con il leader del M5S Giuseppe Conte.

Di fronte alle atrocità che sta commettendo Putin” ha spiegato il ministro “non potevamo mostrare incertezze, dovevamo necessariamente scegliere da che parte stare nella storia. […] Putin ancora in questi minuti sta continuando a bombardare: non possiamo permetterci ambiguità.”

Di Maio lancia accuse pesanti ai vertici del Movimento: di aver alimentato uno scontro per fini mediatici, di irresponsabilità, di aver “picconato il governo” a rischio di indebolire il Paese: “A fronte di una situazione complessa” dice “c’è bisogno di un’Europa unita.”

“Insieme per il futuro” dove uno non vale uno

Oggi, il presidente della Camera Roberto Fico ha annunciato la costituzione di un nuovo gruppo che si chiamerà “Insieme per il Futuro” e che farà capo proprio a Luigi di Maio. Composto da 39 deputati e 11 senatori, Insieme per il Futuro potrebbe ulteriormente espandersi.

Tra le firme più note ci sono Laura Castelli, Manlio di Stefano, Dalila Nesci e Pierpaolo Sileri.Uno non vale l’altro” ha dichiarato ieri Luigi di Maio, rinnegando uno dei principi cardine del Movimento 5 Stelle – uno vale uno – aggiungendo che “Le esperienze, le capacità personali, devono rappresentare un valore aggiunto per le forze politiche”.

#Traditore: internet non dimentica e semplifica

La spaccatura non ha raccolto il plauso di tutti: basti vedere che uno degli hashtag di tendeza su Twitter, oggi, è “#traditore”: l’appellativo ben poco lusinghiero è rivolto a Luigi di Maio e sui social tornano a essere virali video risalenti a molti anni fa in cui l’attuale ministro degli Esteri rivolgeva parole gravi nei confronti di quelli che lui chiamava “voltagabbana”: “Per il M5S” dichiara di Maio in questi vecchi video “se uno vuole andare in un partito diverso da quello votato dai suoi elettori si dimette e lascia il posto a un altro”.

Internet, come si suol dire, non dimentica: tuttavia, nonostante sia facile fare ironia su di Maio e sulle sue passate dichiarazioni, non sarebbe onesto non considerare che, nel frattempo, l’Italia e il mondo sono state stravolte da una serie di crisi – una più grave dell’altra – che hanno sparigliato le carte in tavola. La pandemia prima e la guerra poi, con le conseguenti crisi economiche, energetiche e alimentari, hanno forzatamente spostato in secondo piano i giochi di palazzo. O, almeno, avrebbero dovuto farlo.

Semplificare la complessità della realtà a tutti i costi, colorando il mondo in bianco e nero, dimenticando i grigi, non è un modo onesto di affrontarla. Nemmeno – e anzi: soprattutto – se si parla di politica.

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