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Costume e Società

Politically Correct: ma da dove arriva questa espressione?

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Il “politically correct” è oggetto di molte discussioni, soprattutto negli ultimi anni. Ma cosa significa questa espressione?

Dire che qualcuno è politicamente corretto significa dire che è estremamente attento a non offendere o turbare nessun gruppo di persone nella società che hanno uno svantaggio o che sono trattate in modo diverso a causa del loro sesso, genere, razza o disabilità.

Qual è l’origine della frase “Politicamente corretto”?

I termini “politicamente corretto” e “correttezza politica”  sono entrati nel linguaggio, soprattutto moderno, attraverso i movimenti femministi statunitensi e altri movimenti di sinistra soprattutto degli anni ’70 ed ’80. L’uso del linguaggio politicamente corretto si è poi diffuso rapidamente anche in altre parti del mondo industrializzato.

Anche se solo negli ’70 nasce il concetto di politicamente corretto così come lo intendiamo noi, non è di certo un’espressione così “recente”. Infatti dobbiamo fare qualche passo indietro per ritrovare per la prima volta le parole “politically correct”: dobbiamo tornare al periodo successivo la rivoluzione russa del 1917, in modo particolare dobbiamo dare un’occhiata al vocabolario marxista-leninista. C’è da dire che all’epoca l’espressione aveva un altro significato rispetto a quello attuale: faceva infatti riferimento al linguaggio troppo propagandistico, utilizzato soprattutto dai media. C’è stata poi una graduale evoluzione del significato dell’espressione che viene nuovamente adottata, negli anni ’30, dai movimenti di sinistra statunitensi. Questi gruppi volevano garantire l’uguaglianza tra minoranze, anche con il linguaggio che doveva essere privo di classismo e di formule offensive e denigranti.

Avviene infatti l’introduzione di speech codes, cioè codici linguistici privi di espressioni offensive, per la creazione di un ambiente armonioso e senza discriminazioni.

Il politicamente corretto oggi.

Come detto all’inizio di questo articolo, il politicamente corretto è sicuramente un hot topic, sia sui social che nella vita “reale.”

Un concetto che fa parlare. Sia positivamente che negativamente.

Se da una parte l’espressione politically correct suscita antipatia a molti, oggi però sta aiutato ad acquisire una sempre più compiuta coscienza linguistica.

In Italia, al momento, una delle questioni più dibattute è quella dell’uso sessista della lingua, argomento in realtà non nuovo, ma affrontato già dagli anni Ottanta. Le reazioni si dividono e vanno dalla difesa di una svolta in senso inclusivo della lingua ad un rifiuto totale di qualsiasi evoluzione (basti pensare all’uso dello schwa [Ə], di cui abbiamo parlato già in un altro articolo)

Un esempio sono le discussioni intorno ai femminili professionali come architetta, ingegnera, direttrice d’orchestra ecc. e l’uso dell’asterisco egualitario (quando ci si rivolge a una platea mista: es. Ciao a tutt*).

La tensione sul linguaggio sessista, razzista e offensivo è molto alta e ormai brand e personaggi pubblici lo hanno ben chiaro. Evitare di “cadere” e schierarsi è diventato fondamentale; il rischio è quello di cadere nel pinkwashing o nel rainbow washing o nel queer baiting, pratiche che poi finiscono per generare l’effetto opposto a quello desiderato.

Altro fenomeno attuale è quello dell’hate speechin cui la difesa di chi viene calpestato attraverso le parole, diviene motivo per calpestare.

Non tutto, però, è rose e fiori.

Nonostante però le intenzioni buoniste, il concetto di politically correct ha assunto nel tempo un’accezione “negativa” per alcuni, ritrovandosi quindi frequentemente al centro di accese polemiche, ogni ambito: da quello culturale a quello politico.

In politica, soprattutto, i conservatori più volte sono scesi e continuano a scendere in campo apertamente contro quella che loro chiamano “cultura del politicamente corretto”, cultura che per loro è un’ “arma” nelle mani della sinistra, che vuole imporre un pensiero unico. I politici di destra sono infatti convinti che un ideale di politicamente corretto non faccia altro che paralizzare il dibattito culturaleprivando artisti, autorità e istituzioni della propria libertà di espressione, pensiero e parola.

Ma viene quindi da pensare: il politicamente corretto è davvero l’arma della sinistra o la destra ne sta usufruendo come “capro espiatorio” per portare dalla propria parte i cittadini più conservatori o facilmente manipolabili?

Un uso improprio del politicamente corretto è rinvenibile in un episodio recentissimo: l’arresto di Andrew Tate. Sui social si parla di più dell’espressione “small dick energy” utilizzato da Greta Thunberg (small dick nello slang americano viene utilizzato per tutti, a prescindere dal sesso, per indicare una persona che è “tutto fumo ma niente e niente arrosto) che sulla causa dell’arresto: sfruttamento della prostituzione, tratta di essere umani e violenza di genere).

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