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#Revival: Fringe, una serie TV da recuperare

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Per inaugurare la nostra nuova rubrica #Revival, oggi ti parliamo di Fringe [2008-2013].

#Revival: la nostra nuova rubrica!

Ogni giorno, sulle ormai tantissime (addirittura troppe, forse) piattaforme streaming a nostra disposizione, vengono proposte decine di nuove serieTV – e se, da un lato, questa produzione massiva soddisfa la nostra sempre più bulimica fame di storie, dall’altro finisce per seppellire e farci dimenticare alcune serie TV forse meno recenti ma altrettanto belle.

Proprio per evitare che ti possa perdere qualcuno di questi capolavori, nasce #Revival: in questa nuova rubrica de #LaSettimana (ri)scopriremo insieme tante splendide storie che meritano di essere ascoltate e guardate, perché hanno ancora tanto da raccontare.

La prima serie di cui ti vogliamo parlare per inaugurare il nostro Revival è una storia di fantascienza che racconta di viaggi nel tempo, universi paralleli e anche – e soprattutto! – di confini morali e di sentimenti: Fringe.

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Fringe: di cosa parla? [sezione spoiler free]

Nel mondo si stanno verificando una serie di esperimenti terrificanti e spesso inspiegabili: la divisione Fringe dell’FBI, nata proprio per scoprire di cosa si tratta, nel loro susseguirsi ha riconosciuto una sorta di “schema” e crede che qualcuno stia usando il mondo per realizzare alcuni esperimenti, proprio come se si trattasse di un laboratorio. 

L’episodio Pilota

Tra i casi che fanno parte dello “schema”, c’è anche il misterioso incidente del volo internazionale 627 che ha condotto alla morte di tutti i passeggeri: tutte le persone a bordo dell’aereo sembrano essersi rapidamente decomposte. 

Olivia Dunham e John Scott, agenti dell’FBI, sono chiamati a investigare sulla vicenda, e quando Scott viene contaminato dalla stessa sostanza che ha ucciso i passeggeri del volo Olivia, per salvare il suo partner – con cui aveva intrecciato segretamente una relazione – rintraccia Walter Bishop, l’unico che sembra essere in grado di fermare l’avanzamento della misteriosa decomposizione.

Bishop è un uomo geniale ma assai ambiguo, implicato in passato in una lunghissima serie di progetti ed esperimenti scientifici di dubbia moralità e ricoverato, dopo un incidente avvenuto nel suo laboratorio di Harvard, da 17 anni in un istituto psichiatrico, il St. Claire. Per consentire al Dr Bishop di uscire dalla struttura, è necessario il consenso dell’unico figlio dell’uomo, Peter, un truffatore che con il padre non sembra avere un buon rapporto…

Così inizia la prima puntata di Fringe, andata in onda nel 2008, un pilota di altissima qualità che traghetta lo spettatore verso mondi dove l’impossibile non esiste e in cui – tra telecinesi, autocombustione, lettura del pensiero, chiacchiere con defunti e tanto, tanto altro – ci si spinge sempre oltre un nuovo confine… scientifico, certo, ma soprattutto morale ed emotivo. 

Tanta fantascienza, ma vincono i sentimenti [spoiler free]

Sebbene possa sembrare il contrario a un primo sguardo, Fringe è senza dubbio una serie TV dove, più che la storia, ciò che davvero trascina lo spettatore sono i personaggi.

Questo è evidente soprattutto nelle prime tre stagioni (dopo parleremo meglio dell’andamento altalenante della serie e anche delle problematicità relative alla quinta stagione), dove ciò che cattura l’attenzione sono i tormenti dei tre protagonisti principali: nonostante ci sia infatti tantissima carne al fuoco – ipnosi, super-cattivi e persino universi paralleli – la motivazione alla base di tutto ciò che accade nella serie sono i sentimenti di Walter, Peter e Olivia.

Che si parli di fantascienza è lampante, ma lo è altrettanto il messaggio che gli autori volevano lasciare: non sono la nostra intelligenza e nemmeno le nostre capacità a renderci umani, non è il potere né la sete di conoscenza a rendere la vita degna di essere vissuta, ma l’amore – romantico, platonico, filiale o paterno che sia – e le relazioni che intrecciamo gli uni con gli altri. 

You have to come back because you belong with me: un andamento altalenante [Attenzione! Sezione spoiler]

Proprio per questo, il senso di tutta serie potrebbe essere racchiuso nelle parole che Olivia dice a Peter dopo essersi recata nell’universo parallelo per salvarlo: You have to come back because you belong with me. Non conta niente il fatto che Peter, oggettivamente, appartenga al secondo universo: in barba alla logica, la casa che sceglierà non è un mondo a cui, stando ai fatti, dovrebbe appartenere, ma la persona che ama riamato – Olivia.

Fino a questo punto la serie ha avuto uno svolgimento quasi perfettocerto, ci sono stati tanti episodi filler e, sicuramente, alcune puntate sono riuscite meglio di altre, ma la serie, nel suo complesso, era stata davvero emozionante; lo era stata perché era rimasta coerente in se stessa, al suo messaggio e alla sua natura, così come erano rimasti coerenti, pur evolvendosi e completando il loro ciclo, i suoi personaggi: Walter aveva capito la portata delle sue azioni e, anche grazie al tulipano bianco, si era perdonato; Olivia aveva accettato la possibilità di affidarsi a qualcun altro e di concedersi di essere felice e Peter, che si era sempre sentito alieno alla propria vita, aveva finalmente trovato un luogo in cui sentirsi a casa.

Una lenta discesa [attenzione! sezione spoiler]

E se nella terza stagione si è riusciti, più o meno, a mantenere questa coerenza tra i personaggi e le loro dinamiche – pur ristagnando troppo a lungo nella stessa situazione, aiutati anche dall’alternanza tra i due universi – nella quarta stagione tutto diventa too much.

Un po’ per l’evidente fretta dovuta alla costante minaccia di cancellazione della serie e un po’ perché, per stupire lo spettatore a tutti i costi, si è ottenuto l’effetto paradossale di annoiarlo: perché cosa importa quanto incredibili possano essere le vicende narrate se non sono quelle della nostra Olivia e del nostro Walter?

Probabilmente, una scelta più onesta sarebbe stata quella di lasciare che Peter cancellasse se stesso dalla linea temporale e basta, senza farlo tornare.

Il vero problema di Fringe: la quinta stagione [attenzione! Spoiler]

Il vero pasticcio, comunque, arriva con la quinta stagione. Tutta la potenzialità degli Osservatori è andata sprecata in una trama-groviera piena di incongruenze e alienante per lo spettatore.

Sebbene il finale sia effettivamente emozionante, è impossibile sorvolare sul fatto che ciò che accade spesso non risponda ad alcuna logica, senza contare che sembri quasi una serie completamente diversa – e anche un bel po’ più brutta – di quella originale. Nonostante fosse necessario spiegare e risolvere la presenza degli Osservatori, risulta inspiegabile la scelta di snaturare la serie fino a trasformare la stagione conclusiva in una sorta di evitabilissimo Spin-Off.

Bonus Track: il fumetto (almeno, l’episodio scritto da Joshua Jackson)[spoiler free]

Che gli sceneggiatori abbiano perso qualche colpo con l’avanzare degli anni è evidente anche dal fatto che Joshua Jackson abbia sentito il bisogno di scrivere una storia che spieghi ciò che accade tra la terza e la quarta stagione: è infatti disponibile (solo in inglese) un fumetto, considerato canonico, intitolato “Fringe – Beyond the Fringe e composto da tanti piccoli micro-racconti.

Anche se la storia scritta dall’attore sia molto carina ed effettivamente aiuti a chiarire le dinamiche della storia principale, non si può dire che il resto del fumetto sia ben riuscito: gli altri racconti, infatti, sono una serie di “what if” che, nel migliore dei casi, sono simpatici ma che, più spesso, sono imbarazzanti: chi sente il bisogno di leggere una storia che racconta cosa sarebbe successo se Astrid fosse stata una spia o se Walter avesse suonato in una band musicale? Ai posteri l’ardua sentenza…

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In conclusione: perché guardare Fringe? [spoiler free]

Nonostante gli evidenti difetti, che diventano sempre più grandi man mano che la storia avanza, questa serie TV merita comunque di essere vista almeno una volta nella vita. 

Al netto degli elementi fantascientifici, tutta la storia di Fringe è una risposta alla domanda: cosa saresti disposto a fare per amore? Quante vite sacrificheresti per quella di coloro che ami? Fin dove ti spingeresti, quali confini – fisici, morali, emotivi –  valicheresti per salvarli?

Fringe è una storia d’amore, di vendetta, speranza e disperazione, di padri e figli, di possibilità sfiorate, mancate, rivendicate; una storia che parla di esseri umani imperfetti, di sentimenti che vincono la logica. Una storia che, nonostante tutto, ha vinto la prova del tempo. 

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