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2 settimane agoon
Squid Game 2 è tornata con un nuovo arco narrativo. Il secondo arco narrativo è altezza del precedente?
Lee Jung-jae torna nei panni di Seong Gi-hun e insieme a lui c’è la sua nemesi, il misterioso FrontMan interpretato da Lee Byung–hun. Wi Ha-joon è di nuovo Hwang Jun-ho. Abbiamo poi Cho Hyun-ju (Park Sung-hoon), Kim Jun-hee (Jo Yu-ri), Jang Geum-ja (Kang Ae-shim), Kang No-eul (Park Gyu-Young), Park Yong-sik (Yang Dong-geun) e Kang Dae-ho (Kang Ha-neul).
A tre anni di distanza dagli eventi narrati nella prima stagione, il giocatore 456, Seong Gi-hun, e il detective Hwang Jun-ho, fratello del misterioso FrontMan, sopravvissuto dopo che quest’ultimo gli ha sparato alla spalla e fatto precipitare dalla scogliera, continuano a cercare ossessivamente tracce dell’isola e degli organizzatori del gioco. Gi-hun da tempo si fa aiutare da una squadra di persone da lui assoldate per cercare l’uomo che lo reclutò nella metropolitana per partecipare ai giochi, arrivando a pagarli un miliardo di won per le loro ricerche; Jun-ho invece sta esplorando tutte le isole vicine alla Corea del Sud nel tentativo di ritrovare quella dove si sono svolti i giochi, facendosi aiutare dal capitano Park, colui che lo aveva salvato ritrovandolo in mare.
Cosa sei disposto a fare pur di arricchirti? Questa è una domanda che veniva fatta anche nella prima stagione ed era difficile poter dare una risposta.
Squid Game 2 è ancora una volta una critica al capitalismo, che ci spinge a volere sempre di più, sebbene non possiamo permettercelo. I giocatori del gioco non si curano l’uno dell’altra pur di vincere i soldi, non fanno problemi a tradirsi e a uccidersi.
La vita e la morte non contano nulla di fronte al denaro. I giocatori possono abbandonare il gioco, in questa stagione hanno più volte l’opportunità di abbandonare tutto, eppure sono sempre i favorevoli al gioco a vincere.
Gi-hun vorrebbe interrompere il gioco, ma, sebbene cerchi più volta di “imporsi” come guida per aiutare gli altri concorrenti, la sua voce non viene mai ascoltata. O meglio, viene ascoltato soltanto quando potrebbe rivelarsi utile e garantire loro la vittoria.
Gi-hun non impara mai la lezione. Ci aspettavamo che dopo gli avvenimenti della prima stagione, questa volta fosse più cauto nello stringere alleanze, anche perché i giocatori cambiano schieramento più volte nel giro di pochi secondi.
Bisogna temere i nemici, ma ancora di più gli amici.
Il protagonista stringe immediatamente amicizia con lo 001, perché è ignaro che si tratti del FrontMan, ma viene spontaneo chiederci: perché si fida ancora una volta?
Il personaggio sembra inaffidabile fin dal principio, ma il nostro eroe perdona le sue azioni e lo “perdona” per aver votato a favore della continuazione del gioco.
La sua è una morale molto tolkieniana, vede sempre del buono nel mondo. Del resto lo faceva anche nel finale della prima stagione; nonostante tutti gli errori vissuti, Gi-hun è sempre disposto a credere che nell’universo c’è sempre qualcuno disposto a fare del bene.
La sua non è di certo una visione sbagliata, ma nel mondo di Squid Game non puoi e non devi fidarti di nessuno. Si tratta di una delle regole fondamentale. Questa sua continua benevolenza lo fa sembrare un po’ sciocco.
Il problema di Squid Game 2 è che tutto ci sembra già visto.
Nonostante le ottime interpretazioni di tutti gli attori, questo secondo arco narrativo non riesce a convincere a pieno come avevano fatto le precedenti puntate.
Tutto è già visto e rivisto, persino i nuovi personaggi. Basti pensare a Thanos, di cui apprezziamo l’estetica e i movimenti che ricordano il villain per eccellenza della Marvel, o la sciamanna, che non sono nient’altro che un copia e incolla del gangster e della sua compagna della prima stagione.
O la dolce vecchietta che sembra essere diventata la mamma di tutti i giocatori, verso cui tutti noi proviamo empatia. Ricorda Oh Ill-Nam senza l’espediente della sua natura machiavellica. O forse nella terza stagione ci sarà un colpo di scena che la trasformerà in un super cattivo? Speriamo di no.
Forse il personaggio veramente interessante è la giocatrice transessuale, perché, effettivamente, offre una storia differente da quelle già viste.
Un’occasione mancata è l’arco narrativo del poliziotto. La sua storyline risultava abbastanza filler anche nella precedente stagione e qui si ripete l’errore di non approfondire il personaggio, che continua a perdere tempo inutilmente.
Inoltre, in questo arco narrativo, la narrazione sembrava voler dare spazio alle guardie del gioco, ma tutto ciò è appena accennato. Speriamo che venga data loro la giustizia che meritano.
Squid Game 2 non è di certo una brutta stagione, ma sicuramente non è all’altezza della precedente. La regia e il montaggio sono migliorati, come già detto, la recitazione è ottima, ma purtroppo non basta a renderla un titolo dell’anno, come quanto accaduto nel 2021.
La sceneggiatura non risolve nessun arco narrativo e il finale è troppo brusco. Speriamo che Netflix dia a questi personaggi un buon finale.
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