Uno studio pubblicato recentemente su Personnel Review rivela che qualsiasi caratteristica, dall’età, allo stato civile, alla maternità o l’assenza di figli può essere usata per mettere in discussione le doti professionali delle donne. Il risultato emerge da una ricerca condotta su 913 donne in posizione di leadership.
Lo studio pubblicato su Personnel Review
“Le donne sono criticate così spesso e su così tante cose che sono culturalmente preparate a ricevere commenti denigratori, a prenderli sul serio e a impegnarsi per migliorare”, spiegano dalle colonne di Harvard Business Review le autrici dello studio, citato da Repubblica e firmato da Amber Stephenson, professoressa associata alla Clarkson University, da Leanne Dzubinski, professoressa associata alla Biola University e da Amy Diehl, ricercatrice specializzata sulle ineguaglianze di genere.
“Il trattamento è così comune che l’abbiamo definito una forma di discriminazione all’insegna del ‘vogliamo quello che non sei'”, scrivono le ricercatrici.
Nonostante i progressi degli ultimi anni, le discriminazioni contro le donne e il gender gap nel mondo del lavoro persistono ancora nel nostro Paese. Secondo le recenti stime dell’OIL , le donne sono ancora lontane dal raggiungimento dell’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro e, in molte parti del mondo, sono intrappolate in lavori poco qualificati e retribuite in maniera inferiore rispetto agli uomini.
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