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In un momento di grande instabilità internazionale, le relazioni tra Russia, Stati Uniti e Ucraina sembrano entrare in una nuova fase carica di tensioni e colpi di scena.
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato di avere in programma una telefonata con Donald Trump, un evento che ha già sollevato preoccupazioni diplomatiche e speculazioni politiche.
Durante una visita a una fiera di prodotti russi, Putin ha persino dichiarato che suggerirà a Trump di promuovere i prodotti russi sul mercato statunitense, una proposta che, se confermata, potrebbe avere significative implicazioni commerciali e geopolitiche.
Secondo quanto riferito dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il colloquio telefonico tra i due leader era già in corso e, al termine, verrà diffuso un resoconto ufficiale.
La notizia arriva in un contesto delicato: il Financial Times e Politico hanno reso noto che Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, sta tentando di organizzare una chiamata con Trump per chiarire il futuro del supporto militare americano a Kiev, bruscamente interrotto nelle ultime settimane.
Il blocco delle forniture militari statunitensi, inclusi missili Patriot, Stinger, Hellfire e AIM, ha colto di sorpresa l’Ucraina e i suoi alleati europei.
Le armi sono rimaste ferme in Polonia, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, mentre Washington riconsidera le modalità e le tempistiche del proprio supporto militare.
Questo rallentamento ha messo in allarme Kiev, che vede svanire parte della propria capacità difensiva in un momento cruciale del conflitto.
Zelensky, in visita ad Aarhus (Danimarca), ha espresso la sua preoccupazione: “Contiamo sul continuo sostegno degli Usa, perché hanno mezzi che l’Europa non ha, come i missili Patriot.”
Ha anche confermato di voler parlare presto con Trump: “In questi giorni avrò un colloquio con lui a proposito. Noi siamo pronti a qualsiasi tipo di incontro, ma in Russia decide solo Putin: per questo serve un vertice ad alto livello.”
Nel frattempo, la Commissione Europea e diversi leader Ue stanno accelerando per colmare il vuoto lasciato dagli Usa. La presidente Ursula von der Leyen ha ribadito che “l’Ucraina appartiene all’Unione Europea”, mentre la premier danese Mette Frederiksen, alla guida della presidenza di turno Ue, ha promesso il massimo impegno per rafforzare militarmente e politicamente Kiev.
Ma l’unità europea non è totale. Il premier ungherese Viktor Orban ha espresso una dura opposizione all’adesione dell’Ucraina all’UE, accusando Kiev di “attacchi aggressivi” e ribadendo che “non vogliamo la guerra e non permetteremo la distruzione dell’economia europea, compresa quella ungherese”.
Nel frattempo, la guerra sul campo non conosce sosta. Le forze russe hanno lanciato un missile balistico a grappolo contro Odessa, colpendo infrastrutture portuali, causando almeno due morti e tre feriti.
Lo ha confermato il governatore Oleg Kiper. La notte è stata segnata da nuovi bombardamenti: 52 droni d’attacco, secondo l’aeronautica ucraina, sono stati lanciati sulla capitale e sul sud del paese.
Almeno 40 di questi sono stati abbattuti, ma il bilancio dei danni e dei feriti resta alto. A Kiev, esplosioni e incendi hanno colpito diversi palazzi.
Nella regione di Lugansk, è stato ucciso in un attentato Manolis Pilavov, ex sindaco della città capoluogo. La notizia, confermata dalla famiglia e dalle agenzie russe, si inserisce in un clima già teso nelle aree occupate.
Mentre l’Europa tenta di rafforzare l’unità e colmare il vuoto lasciato dagli Stati Uniti, la Russia si muove con nuove iniziative diplomatiche e militari, cercando di ridefinire la propria posizione globale. La possibile convergenza o confronto tra Trump e Putin potrebbe riscrivere equilibri delicati, mentre l’Ucraina continua a resistere con crescente difficoltà e pressione.
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