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Maurizio Cerrato ucciso per un parcheggio: Pubblicati foto e video dei festeggiamenti per la scarcerazione di uno degli aggressori, indignazione sui social

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Torre Annunziata – Una festa, con tanto di video e foto pubblicati sui social, per l’uscita dal carcere di Poggioreale di Francesco Cirillo, 67enne pregiudicato di Torre Annunziata, indagato per l’assassinio di Maurizio Cerrato, ucciso con una pugnalata al cuore lo scorso 19 aprile, quando in una banale lite per un parcheggio, era intervenuto per difendere sua figlia.

Cirillo ha confessato di essere stato sul luogo della spedizione punitiva, ma di non aver partecipato attivamente all’omicidio. È stato scarcerato dal Tribunale del Riesame, che ha riformulato l’accusa in concorso anomalo in omicidio volontario. Insieme a Cirillo erano finiti in carcere anche i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella e Antonio Cirillo, quest’ultimo ritenuto colui che avrebbe sferrato la coltellata fatale a Cerrato.

Il 67enne, ha lasciato nella giornata di lunedì il carcere di Poggioreale, per andare agli arresti domiciliari. Il tutto è stato ripreso con foto e video, pubblicati poi su Facebook dai suoi familiari. La cosa ha scatenato una valanga di proteste e indignazioni, a cominciare dalla famiglia della vittima, che considera la decisione del Tribunale del Riesame e la spettacolarizzazione della scarcerazione, come un vero e proprio schiaffo alla memoria di Maurizio, mettendo così seriamente in discussione la fiducia riposta nelle istituzioni.

Sulla vicenda si è espresso il sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione: “Assolutamente sconcertante – commenta il primo cittadino – assistere ad una spettacolarizzazione della scarcerazione, circostanza oltremodo oltraggiosa nei confronti dei familiari della vittima che giustamente hanno dichiarato il loro sgomento rispetto all’accaduto. Condanniamo fermamente l’ostentazione prepotente di chi, pretendendo una dovuta impunità, non ha rispetto per la vita umana e per il dolore delle vittime di tali efferati atti di violenza”.

“Ci uniamo al grido di dolore della moglie e della figlia di Maurizio – conclude Ascione – ed alla richiesta di giustizia, esprimendo tutta la nostra solidarietà. Nel contempo, siamo fiduciosi nel lavoro della magistratura e nell’azione della Procura, che ha svolto con rapidità ed efficacia le indagini, e che siamo certi agirà prontamente per tutte le opportune determinazioni anche con riferimento ai disposti arresti domiciliari di uno degli imputati di cui abbiamo avuto notizia nella giornata di ieri”.

Intanto per domani è stato organizzato un flash mob sul luogo del delitto. Tutti si stringono attorno alle due figlie della vittima Maria Adriana e Andrea Sveva e a Tania Sorrentino, la vedova di Maurizio, che non ha mai smesso di chiedere giustizia per suo marito. “È giunto il momento che Torre Annunziata si schieri – commenta il senatore Sandro Ruotolo – Chi è indifferente è complice dell’agonia della città. Occorrono segnali concreti a cominciare dallo Stato che dimostri di essere Stato. Ma anche la città deve scendere in campo a difesa della legalità contro la cultura della violenza e della sopraffazione”.

“Lascia sgomenti la decisione del Tribunale del Riesame – aggiunge il senatore del gruppo Misto, il quale si augura che la Procura della Repubblica faccia ricorso – anche perché l’indagato avrebbe ammesso la sua partecipazione alla tragica spedizione punitiva.  La nostra solidarietà – continua Ruotolo – va alla vedova e alle figlie di Maurizio Cerrato, la cui esecuzione ha rappresentato uno spartiacque nella storia recente di Torre Annunziata e deve indurre tutti noi a reagire contro la camorra e il malaffare”.

“Con sgomento apprendo che il Riesame ha scarcerato per gli arresti domiciliari uno dei 4 uomini accusati dell’omicidio di Maurizio Cerrato a Torre Annunziata a causa dell’occupazione abusiva di un posto auto. La città sente il peso di un territorio senza giustizia” – scrive in un tweet il deputato del M5S Luigi Gallo.

Sconcerto anche da parte del senatore Roberto Calderoli, vice presidente del Senato: “La vita di un uomo, la vita di un padre di famiglia, vale così poco? Questa vittima e la sua famiglia non meritano giustizia? Non posso che solidarizzare con la moglie della vittima, che si è giustamente sfogata sui social, invocando giustizia per il marito barbaramente ucciso. Casi come questi mi convincono ancora di più a sostenere i nostri sei quesiti referendari per migliorare il nostro sistema giustizia, per avere una giustizia giusta”.

 

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