A ventiquattro anni dagli attacchi alle Torri Gemelle, la metropoli rende omaggio alle vittime con cerimonie solenni, silenzi, e luce. La memoria resta il cuore pulsante di una città che non smette di ricordare.Alle 8:46 del mattino, la città si è fermata. Come ogni anno, lo stesso minuto in cui il primo aereo colpì la Torre Nord del World Trade Center nel 2001 segna l’inizio delle commemorazioni ufficiali dell’11 settembre. Ventiquattro anni dopo, la ferita resta viva nella memoria collettiva, e Manhattan si stringe ancora una volta in un silenzio che pesa più di mille parole.
La cerimonia principale si è tenuta come di consueto al Memoriale nazionale dell’11 settembre, dove familiari delle vittime hanno letto, uno a uno, i nomi dei quasi 3.000 morti negli attacchi terroristici del 2001. Presenti autorità cittadine, membri delle forze dell’ordine, e numerosi cittadini comuni. Il momento del ricordo è stato scandito da sei pause di silenzio, a segnare l’impatto degli aerei e il crollo delle torri.
New York guarda avanti, ma ogni 11 settembre si volta indietro. Non per restare ancorata al dolore, ma per onorarlo. Perché ricordare non è un gesto di nostalgia, ma un atto di resistenza. Un modo per dire che, nonostante tutto, la città è viva. E chi non c’è più, continua a vivere nel silenzio di una piazza, in due fasci di luce nel cielo, e nel cuore di milioni di persone.