articolo di Brunella Caponetto
Negli scorsi giorni, a Glasgow, si è svolta la convention più importante per quanto riguarda il clima: la COP26, dove hanno partecipato i rappresentanti delle Nazioni Unite. Questa sembra non aver portato a dei veri e propri risultati e di essere ferma a Parigi 2015 (COP21), dato che non tutti i Paesi hanno riconosciuto ed accettato i limiti che sono stati posti per migliorare la questione climatica.
Le proteste
Non sono mancate le proteste: in prima fila Greta Thunberg.
“Bei discorsi per nascondere parole vuote e bla bla bla”
Così l’attivista ha definito questo vertice Internazionale, accusando di aver escluso “le voci che vengono dal basso”, quelle che realmente percepiscono il disagio di ciò che sta succedendo nel mondo e che sentiranno il peso degli sbagli commessi: i giovani.
Sono stati proprio i giovani a scendere nelle piazze protestando. Diverse sono state le Marce in tutto il Mondo (Sydney, Parigi, Londra, Dublino, Stoccolma Nairobi, Città del Messico e in decine di altre città di tutti i continenti) ma la più rilevante è sicuramente quella che si è svolta a Glasgow. I media inglesi riportano cordoni di sicurezza fatti dalla polizia che hanno protetto i centri nevralgici del congresso e decine di migliaia di ragazzi (e non solo) muniti della loro sola voce, presenza e cartelloni ironico-satirici sulla situazione che sembra sfuggire sempre più facilmente, e soprattutto velocemente, di mano.
Altra protesta molto sentita e piena di tensione si è svolta Bruxelles attorno a “Rue de la Loi” (area antistante il centro e vicino al quartiere europeo).
Sicuramente il “fenomeno Greta” ha già creato una certa coscienza di massa che sta smuovendo gli animi per un futuro migliore…
… ma basteranno queste proteste per far prendere coscienza delle problematiche reali che stiamo vivendo?
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