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2 anni agoon
Molti pensavano che con il lieve abbassamento dell’IVA sugli assorbenti, la polemica si sarebbe affievolita, almeno per un po’ di tempo. Ma non è bastata l’ultima misura di bilancio, con cui il governo ha tagliato l’Iva sugli assorbenti al 10%. Il fatto di non aver abbassato la tassa ulteriormente – si era chiesto il 4% – ha lasciato parecchie donne scontente.
Se ne è fatta portavoce la cantante Francesca Michielin, 26 anni, che ieri ha gettato il sasso nello stagno di Twitter: “E anche oggi, come ogni mese, ho speso i miei 15 euro di assorbenti (3 pacchi di media mi servono). Del resto, avere il ciclo è un lusso, è uno sfizio, come voler bere spumante, andare in vacanza, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?”
Francesca Michielin si è sempre professata una femminista e negli ultimi mesi, per accendere i riflettori sulla questione femminile, ha anche dato vita a un podcast in cui in ogni puntata intervista una donna diversa che si distingue per il suo ruolo in un mondo prevalentemente maschile o che si batte per certe tematiche o, ancora, con cui semplicemente chiacchierare di argomenti di attualità che stanno a cuore a molte donne e di cui si parla troppo poco.
Il tema ha fatto breccia, ma a colpire le donne utenti di Twitter è stato il numero di risposte arrivate dal mondo maschile.
C’è stato chi ha consigliato a Francesca Michielin di cercare meglio fra gli scaffali del supermercato: avrebbe trovato marche più economiche rispetto ai 5 euro a pacco di quella scelta da lei. C’è chi le ha consigliato la coppetta perché la moglie ci si trova tanto bene e chi ha ricordato che le lamette da barba hanno ancora l’Iva al 22%, e questo potrebbe rappresentare un’iniquità ai danni degli uomini.
Il solito mansplaining. Mettere bocca su cose che non riguarda gli uomini e credersi dei professoroni.
Francesca Michielin è stata costretta a rispondere con altri tweet, per ribadire che con la coppetta non si trova bene e che la marca che sceglie resta affar suo.
“Non ho parole. Anziché aprire un dibattito sulla tassazione degli assorbenti, sul fatto che non sono un lusso, mi devo ritrovare a leggere consigli su quali assorbenti usare. Non scelgo io che flusso avere. Ognun? deve sentirsi a proprio agio, beccarmi la paternale anche no”.
Su Twitter, però, tutto può succedere. Anche, anzi, soprattutto, che il focus della discussione venga usato come pretesto per parlare d’altro, o in alcuni casi polemizzare. Infatti l’acceso dibattito nato dopo il tweet di Francesca Michielin in cui ha affrontato un tema caldo come quello della tassazione degli assorbenti femminili, si è spostato il focus invece sui vaccini e Green Pass.
Tralasciando i commenti in cui si invita l’artista ad utilizzare la coppetta mestruale o assorbenti di altre marche per risparmiare – e quelli che le contestano la polemica in quanto si parla di una manciata di euro in meno se l’Iva scendesse al 4% – dal tampon tax ai no vax è stato un attimo. Sotto al post ecco diverse repliche di lavoratori non vaccinati: “Anche questa settimana ho speso 45€ per lavorare.
Del resto lavorare è uno sfizio, un lusso come voler bere spumante, andare in vacanza, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?”. E ancora: “E anche oggi, come ogni due giorni, ho speso i miei 15€ di tampone (3,5 a settimana mi servono). Del resto, lavorare è un lusso, è uno sfizio, come voler bere un caffè al bar, andare al cinema, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?”. E via così, con la solita solfa a cui Francesca Michielin non risponde, ma ci pensano i vaccinati. “Io ve lo farei pagare 10 volte il tampone”, “il vaccino è gratis”, “risposta ridicola”, la sfilza è lunga e infiammatissima.
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