Il professor William E. Rees ne è convinto: il destino che attende il genere umano è quello di un’inevitabile “correzione della popolazione”. Ma di cosa si tratta?
Cos’è il processo di “correzione della popolazione”?
Con questa espressione, il professore fa riferimento all’inevitabile processo che frenerà la moltiplicazione esponenziale della nostra specie sul pianeta Terra. La motivazione per cui ciò accadrà è il fatto che il nostro pianeta non avrebbe più disponibilità e spazio per sostenere un’ulteriore crescita dell’umanità: la Terra non ha risorse inesauribili.
Se, in passato, le tendenze espansionistiche del genere umano sono sempre state controbilanciate da eventi negativi – per esempio, epidemie – con la rivoluzione scientifica e industriale siamo riusciti a realizzare “il nostro pieno potenziale di crescita esponenziale”. La popolazione, libera dalle catene della selezione naturale, è crescita a dismisura – ma una tale crescita non è più sostenibile.
La contrazione dell’economia globale
Quest’anno abbiamo raggiunto il giorno del sovrasfruttamento (Earth Overshoot Day, data in cui abbiamo consumato tutte le risorse e i servizi prodotti dalla Terra nel corso di un anno) appena il 2 agosto – siamo, insomma, in deficit ecologico e, se tutti i Paesi del mondo consumassero tanto quanto l’Italia, avremmo bisogno di 2,7 pianeti Terra per sopravvivere.
L’essere umano consuma molto più di quanto sarebbe necessario, proprio come faceva in passato – ma, adesso, con l’aumento della popolazione è diventato necessario cambiare stile di vita. Secondo il professor Rees, l’economia globale “si contrarrà inevitabilmente” e così, entro la fine del secolo, ci sarà la “correzione della popolazione” – il nostro numero diminuirà notevolmente e solo le società più ricche riusciranno a resistere a questo collasso di civiltà.
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