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Honduras: il partito di governo risponde con mobilitazione alla manifestazione guidata dall’opposizione

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Honduras: il partito di governo ha convocato per il prossimo sabato una mobilitazione di piazza a sostegno della presidente Xiomara Castro. Questo accade in seguito alla recente denuncia di un tentativo di colpo di stato ordito da parte di “forze oscure” dentro e fuori dal Paese.

“Qui non siamo in Venezuela”

L’appello alla popolazione così descritto è stato lanciato dal coordinatore del Partito della libertà e della rifondazione (Libre) e consigliere presidenziale, Manuel Zelaya. Sono stati migliaia di honduregni che avevano manifestato per chiedere le “dimissioni immediate” della stessa presidente Xiomara Castro. Un’altra richiesta era quella di riattivare il trattato di estradizione con gli Stati Uniti, sospeso dalla leader di sinistra.

La marcia pacifica, guidata dai politici dell’opposizione, era stata organizzata dopo la diffusione di un video che associava Castro e la sua famiglia al narcotraffico. In settimana, l’organizzazione statunitense InSight Crime ha diffuso un filmato che mostra trafficanti di droga honduregni mentre starebbero negoziando tangenti con Carlos Zelaya, cognato di Castro e fratello dell’ex presidente Manuel Zelaya, rovesciato nel giugno 2009.

I partecipanti alla manifestazione di piazza scandivano slogan come “Qui non siamo in Venezuela!” e “Sì all’estradizione”.

Honduras: condanne all’azione interventista dell’Ambasciata degli Stati Uniti

Manuel Zelaya, consigliere presidenziale, ha posto come obiettivo della manifestazione “dimostrare il deciso sostegno alla coraggiosa lotta condotta dalla nostra presidente per l’indipendenza e la dignità dell’Honduras”.  Questo è quanto ha affermato in un messaggio pubblicato sui social network.

Dopo un incontro straordinario, in seguito alle azioni definite destabilizzanti provocate dall’ambasciatrice statunitense Laura Dogu, anche il resto dei principali membri di Libre ha affermato che accompagneranno le decisioni coraggiose e ferme di Castro. L’obiettivo è mantenere la pace, la sicurezza, il rispetto dell’indipendenza, della sovranità e dell’autodeterminazione del popolo honduregno.

Condanniamo e respingiamo l’azione interventista dell’Ambasciata degli Stati Uniti nell’attaccare il capo dello stato maggiore congiunto delle forze armate e l’ex ministro della difesa, violando i principi e le convenzioni internazionali, tentando di provocare la destabilizzazione delle forze armate.”, ha sottolineato un sottoscritto documento congiunto.

Inoltre, ha invitato a respingere le minacce esterne che impediscono lo svolgimento di elezioni giuste, libere e democratiche nel 2025, per evitare il ripetersi dei tragici eventi del golpe di stato del 28 giugno 2009, contro l’allora presidente Manuel Zelaya.

Honduras: due anni e mezzo di Castro

Il governo di Xiomara Castro, la prima presidente dell’Honduras, ha compiuto due anni e mezzo. Con il costituito partito Libertà e Rifondazione, Libre, che affonda le sue radici nella lotta di resistenza contro il colpo di stato del 2009.

Sia nel discorso alla nazione d’inizio d’anno che durante l’inaugurazione della nuova legislatura parlamentare, la presidente Xiomara Castro ha sempre fatto un riassunto dei risultati da raggiungere e poi raggiunti dal suo governo a suo dire pur nelle difficoltà del portare avanti il ​​suo programma.

Costruire sulle macerie lasciate dopo dodici anni e sette mesi di narco-dittatura non è stato facile. Chi ha corrotto lo Stato e ne ha violato le leggi e la Costituzione durante più di un decennio di oscurantismo ricopre ancora oggi cariche elettive. Sono gli stessi che ora si oppongono a un cambiamento democratico nel Paese”, queste almeno le parole di Castro.

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