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Cronaca

Inchiesta Milano: arresti tra i capi ultras di Inter e Milan

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A Milano un’inchiesta che scuote il mondo del calcio: ieri gli agenti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza di Milano – coordinati dalla DDA della Procura della Repubblica di Milano – hanno eseguito diciannove misure cautelari, firmate dal gip Domenico Santoro, e una cinquantina di perquisizioni nei confronti di persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati.

Gli arrestati – quindici in carcere e tre ai domiciliari, il diciannovesimo era Bellocco, morto il 4 settembre – sono quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras di Inter e Milan e i reati connessi al giro d’affari legato al contesto calcistico. Complessivamente sono una quarantina gli indagati nell’inchiesta.

Fra i coinvolti capi delle due tifoserie e il bodyguard di Fedez

Affari spartiti anche con la ‘ndrangheta. Il blitz con i relativi arresti ha azzerato vertici e sodali dei gruppi ultrà interisti e milanisti, la curva Nord e la Sud, nell’inchiesta dei pm della Dda Paolo Storari e Sara Ombra.

La sete di “sangue” di cui si sente dire nelle intercettazioni, vede non proprio sullo sfondo di tutto questo due omicidi, l’ultimo di meno di un mese fa. In nome dei “guadagni” emerge un “patto di non belligeranza” tra gruppi all’apparenza rivali, per portare avanti “accordi” e “pressioni” con e sui club per gestire, in particolare, il business della vendita a “prezzi maggiorati” dei biglietti delle curve.

Le indagini “hanno evidenziato che la Società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo”. Indagini su questo fronte che si sono concentrate soprattutto negli anni «2019 e 2020, ma la situazione, ad oggi, non è per nulla mutata (se non peggiorata)». Lo si legge nell’ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro.

Investe un gruppo di ragazzi

Zona stadio San Siro territorio franco da milioni di euro

In cella è finito pure il capo ultrà milanista Luca Lucci, che nel 2018 si era fatto fotografare con Matteo Salvini. Dalle carte si evince come gli ultrà siano riusciti, scrive il gip Domenico Santoro, a “permeare ogni attività che avesse a che fare con lo stadio di San Siro”, trasformato in “territorio franco”, “fuori da ogni controllo di legalità”, fatto di “scontri violenti”, ma che con “la rarefazione delle forme di contrasto” crea “le condizioni per il successivo controllo di ogni iniziativa economica”.
Dai parcheggi (ai domiciliari un gestore), con estorsioni da 4mila euro al mese, fino al catering, agli ambulanti dei panini, al facchinaggio, alle bibite vendute dentro San Siro. Si parla nelle intercettazioni di incassi per “milioni” di euro. Ad aggravare la situazione per molti degli indagati è il reato del metodo mafioso messa a fianco dell’accusa di associazione per delinquere a carico dai capi della Nord, che ha portato in carcere, tra gli altri, Marco Ferdico, nel direttivo della curva interista e legatissimo ad Antonio Bellocco, erede dell’omonimo clan, ucciso a coltellate il 4 settembre da Andrea Beretta.

Melillo: “Bisogna smettere di far finta di niente”

Bisogna smettere di far finta di niente“, ha ammonito il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo. Nessun indagato, precisa il procuratore Viola, tra dirigenti, calciatori e responsabili di Inter e Milan. Per corruzione tra privati, invece, in una tranche è indagato il consigliere lombardo Manfredi Palmeri.

È stato aperto, comunque, un “procedimento di prevenzione” e i due club (parti offese) dovranno dimostrare, in contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo ultrà, soprattutto sul fronte biglietti. Mentre la Figc ha chiesto gli atti ai pm milanesi.

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