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Cronaca

Indignazione per le parole di Piantedosi, Lollobrigida parla di 500.000 arrivi

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Piantedosi

Una tragedia immensa quella che ha sconvolto le coste di Cutro – un naufragio che ha visto morire in mare almeno 69 migranti, di cui diversi bambini – una tragedia che ha portato scompiglio anche nella maggioranza.

Le parole di Piantedosi – che ha dichiarato che “la disperazione non giustifica i viaggi a rischio” – hanno fatto inorridire l’opposizione e persino chi era bendisposto verso il governo, come per esempio Calenda, chiede le dimissioni del ministro, che ha comunque tentato di correggere il tiro affermando che il senso delle sue dichiarazioni sarebbe stato quello di chiedere ai disperati: “Fermatevi, verremo noi a prendervi.”

Calenda: “Piantedosi dovrebbe dimettersi”

Se fosse verificata l’ipotesi di omesso soccorso” dice infatti il leader di Azione “Piantedosi dovrebbe dimettersi… ma dovrebbe dimettersi comunque, perché non si possono dire certe frasi e poi correggersi dicendo che andiamo a prendere i migranti. Poi Lollobrigida che parla di 500.000 arrivi…”

Quest’ultima affermazione di Calenda si riferisce ad alcune dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida:Noi quest’anno lavoreremo per far entrare legalmente quasi 500.000 migranti.” ha detto “Questo può essere organizzato anche attraverso accordi multilaterali e bilaterali per sostenere l’immigrazione legale”.

L’opposizione chiede spiegazioni e FDI si accoda

In ogni caso è stata aperta un’indagine: perché i naufraghi non sono stati soccorsi? C’è chi sostiene che non sia stato fatto tutto il possibile per trarre in salvo quelle persone: la ricostruzione dei fatti è intricata e difficile, ma alcuni sostengono che addirittura l’ordine di salvataggio non sia mai partito.

L’opposizione composta da PD, M5S e Italia Viva, chiede quindi a gran voce a Piantedosi spiegazioni: “Cos’è accaduto e cosa ha fatto il governo tra le 22:30 di sabato e le 4:10 di domenica?” domandano alla Commissioni Affari Costituzionali rivolgendosi al ministro.

Sorprendentemente, alla domanda si è accodato anche Alberto Balboni, di Fratelli d’Italia: “Se ci sono state lacune nella catena di comando per un soccorso tempestivo” ha detto “noi lo dobbiamo sapere, ministro.”

Piantedosi, dal canto suo, afferma semplicemente che c’è “un’indagine in corso” a cui “nessuno si sottrae”.

La presa di posizione della Chiesa italiana e di Enrico Galiano

Quelle dei politici non sono comunque le sole voci che si sono levate contro le parole di Piantedosi: al ministro è arrivato infatti anche il biasimo della Chiesa italiana. L’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha affermato che il naufragio sia stato una diretta conseguenza delle politiche italiane ed europee e che Piantedosi “ha ribaltato la colpa sulle vittime”.

Anche Enrico Galiano, scrittore e docente, ha levato la sua voce e ha promesso di leggere le dichiarazioni del ministro ai suoi studenti: “Io glielo dirò, domani, cosa avete fatto.” ha scritto nelle scorse ore in un lungo post “Entrerò in classe e leggerò ai miei studenti le dichiarazioni del ministro che ha detto: ‘Io non partirei se fossi disperato, perché sono stato educato alla responsabilità.’ La leggerò e mi siederò lì ad ascoltare cos’hanno da dire. Hanno dodici anni, i miei studenti, ed è giusto che sappiano.”

E mandatemi la Digos, mandate chi volete, toglietemi la cattedra, la classe. […] Sospendetemi pure” aggiunge oggi lo scrittore “voglio poter dire a mia figlia, quando sarà grande e vedrà cosa stava succedendo in questi giorni, in questi anni, quando mi chiederà dov’ero, voglio l’orgoglio di poterle rispondere, a testa alta: dall’altra parte.

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