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Intrappolato a testa in giù nel bagno chimico, il comune dovrà risarcirlo

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Alcuni teppisti ribaltano il bagno chimico e un uomo che stava usando i servizi è rimasto intrappolato a testa in giù nella struttura – oggi quest’assurda vicenda, avvenuta nel 2017 e raccontata dal Corriere della Sera, trova una conclusione: il comune di Milano dovrà risarcire il povero malcapitato.

La dinamica dell’incidente

L’uomo si trovava a un evento che si svolgeva a Monte Stella – noto anche come “La Montagnetta di San Siro” – quando ha avvertito la necessità di usare i servizi igienici. Si è dunque recato al bagno chimico ma, mentre lo stava usando, dei teppisti hanno accerchiato e ribaltato la struttura.

I vandali si sono dati allora alla fuga, lasciando il povero malcapitato nel bagno chimico a testa in giù dopo aver espletato i propri bisogni. L’uomo, dopo pochi minuti, si è reso conto di essere chiuso nella struttura: la porta era bloccata e sembrava che non ci fosse modo di aprirla. Sono le 2 di notte, della musica che arriva dall’evento lì vicino e nessuno sente le grida d’aiuto dell’uomo.

Il Comune di Milano risarcirà l’uomo

Una volta riuscito a liberarsi dalla sua maleodorante prigione, che non era ancorata a terra, l’uomo si affida a un avvocato per chiedere al tribunale di “accertare e dichiarare che la responsabilità dell’accaduto sia da addebitarsi al Comune di Milano quale Ente custode dei parchi cittadini”.

Il Comune si è opposto alla richiesta della vittima: “Il bagno chimico” afferma Palazzo Marino “sarebbe rimasto al proprio posto se alcuni soggetti non identificati non l’avessero ribaltato con la forza e questo basterebbe, secondo il Comune “a interrompere il nesso causale tra l’attività di custodia in capo al Comune e l’evento lesivo, imputabile integralmente ai soggetti di cui sopra”.

Nonostante tutto, dopo ben cinque anni, l’uomo ha ottenuto giustizia: il Comune dovrà risarcirlo “La circostanza che il WC chimico non fosse ancorato al suolo ma solo appoggiato, e quindi non stabile e facilmente ribaltabile, ha rappresentato un notevole rischio per gli avventori.” si legge nella sentenza “In questa prospettiva il Comune di Milano, in qualità di custode del bene, avrebbe dovuto porre in essere gli accorgimenti necessari a neutralizzare tale pericolo.”

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