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Cultura

Le Notti di Cliffmouth // RECENSIONE

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Le notti di Cliffmouth

Una lettera misteriosa, delle persone scomparse, un luogo isolato dal mondo e avvolto nella nebbia: non stiamo parlando di un giallo ma di un fantasy misterioso che, pur attingendo alla tradizione, spezza gli stereotipi del suo genere letterario.

Le Notti di Cliffmouth – luci verdi dall’inferno”, primo volume di un dittico e romanzo d’esordio di Mattia Manfredonia edito da Lumien Edizioni, è una vera e propria boccata d’aria fresca per tutti gli appassionati di letteratura fantastica. L’autore, con il suo stile affascinante ed evocativo, trascina il lettore tra le strade di Vespria, un mondo ombroso e inquietante fatto di pregiudizi, paura, infernali luci verdi e creature estremamente umane.

Di cosa parla “Le Notti di Cliffmouth – luci verdi dall’inferno”?

Due donne viaggiano in carrozza e arrivano nell’apparentemente deserta cittadina di Cliffmouth – sono Hazebelle e Cordelia, due Dame del Cordoglio giunte in città in seguito a un invito che somiglia a una richiesta d’aiuto. Cosa sta succedendo? Dove sono finite tutte le persone che sono scomparse negli ultimi mesi?

Karjack, un orco che solca il mare da anni e che si è guadagnato la fiducia del suo Capitano, si accorge che qualcosa di strano sta accadendo a bordo della sua nave: qual è la misteriosa malattia che ha contagiato i marinai? Cos’è la muffa che riempie la stiva? Perché, all’improvviso, è così difficile fidarsi del Capitano Jim?

Mattia Manfredonia gioca con gli stereotipi del fantasy e li capovolge e stravolge, inserendo diavoli, orchi e nani in un contesto ottocentesco che evoca atmosfere Lovecraftiane e che di tanto in tanto scivola nell’orrore. Di riga in riga, con uno stile unico che rievoca in qualche modo i capolavori del passato, l’autore dipinge il profilo aguzzo di Cliffmouth, vera protagonista del romanzo, un luogo oscuro dove luce e ombra si confondono, i confini tra bene e male si assottigliano nel crepuscolo e dove tutti sembrano nascondere un segreto.

”Spettri, fantasmi, folletti, streghe e diavoli. Sussurri nella notte, sagome nella nebbia, orrori e ogni altra stortura che questa terra maledetta ha da offrire. Sorridete, mastro Karjack? Beh, è giusto. Per uno del Continente saranno pure assurdità, ma qui non lo sono. Ogni leggenda ha un fondamento. Ogni diceria nasconde qualche verità che il popolo ha mal digerito.”

Una penna vintage e una storia misteriosa

Quella che ci racconta Manfredonia è una storia misteriosa e appassionante, arricchita dalla bellezza dello stile dell’autore. Andando contro le mode del momento, la sua penna non si preclude nulla e si lascia andare a digressioni e racconti che non rovinano affatto l’immersione nelle brumose atmosfere di Vespria ma che, anzi, arricchiscono l’esperienza del lettore, calcando le ombre e rendendo più vividi i guizzi di luce dei personaggi.

La voce di Mattia Manfredonia è abbastanza bella da potersi permettere di mettersi fuori dal tempo e porre tra parentesi le tendenze editoriali, usufruendo di un lessico ricco e adatto all’ambientazione – che si ispira all’Europa ottocentesca. Quella di restare fedele a se stesso e alla storia è senza dubbio una scelta vincente:Le Notti di Cliffmouth – luci verdi dall’inferno” è un libro bellissimo, originale e appassionante dove streghe, medicina e alchimia convivono armoniosamente.

”Il punto è che sto cominciando ad affezionarmi a questo sasso disgraziato inzuppato di mare. Ci pensi? uno gira in lungo e in largo, vede cose d’ogni genere e poi, alla fine, invecchia e comincia a usarla, quella parola. Casa. Sai cos’è che ti frega? Che a casa tua cominci a tenerci e fai cose stupide, tipo restarci. Anche quando ti fa paura.”

Personaggi affascinanti e autentici

Uno dei maggiori punti di forza di questa storia così diversa dalle altre sono i personaggi, affascinanti ma mai privi di vizi, imperfezioni e segreti.

L’autore, molto abile ad attribuire il registro giusto a tutte le personalità presenti nel libro, descrive con amore le sue creature ma non ha paura di attribuire loro dei difetti fatali – alcuni dei personaggi sono apertamente razzisti nei confronti degli abitanti della città che hanno origini atipiche, altri sono scostanti e volgari, qualcuno è inutilmente crudele e classista: tutte queste caratteristiche non fanno altro che renderli più veri, tridimensionali e realistici nelle loro scelte e nelle loro azioni.

”Siamo come le rose, Cordelia,” esordì Hazebelle sorridendo, “abbiamo aghi per pungere e petali per ammaliare, ma a differenza delle rose a noi è concesso scegliere dove rivolgere le nostre spine.”

Tre motivi per leggere “Le Notti di Cliffmouth”

1. Lo stile suggestivo dell’autore che si sposa perfettamente con l’ambientazione intrigante;

2. personaggi affascinanti, talvolta moralmente grigi ma sempre credibili;

3. una storia originale, misteriosa ed equilibrata. 

Non vediamo l’ora di leggere il seguito di questa storia incredibile: non ci resta che sperare che l’autore scriva presto il secondo volume di questa saga!

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