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L’Iran potrebbe lasciare a Hezbollah l’attacco vendicativo

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L’Iran potrebbe lasciare a Hezbollah l’attacco vendicativo contro Israele per l’uccisione del capo politico di Hamas, Ismayl Haniyeh, lo scorso 31 luglio a Teheran.

Quando riprenderanno le trattative?

Gli Stati Uniti, il Qatar e l’Egitto chiedono a Israele e Hamas la ripresa delle trattative per un cessate il fuoco il 15 agosto a Doha o al Cairo. È quanto affermano in una nota congiunta, nella quale sottolineano che è il momento di chiudere l’accordo e liberare gli ostaggi.

Rispondendo “all’offerta degli Stati Uniti e dei mediatori“, l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu ha annunciato che Israele invierà una delegazione a Doha o al Cairo il 15 agosto per concordare i dettagli del quadro del cessate il fuoco a Gaza formulato da Egitto, Stati Uniti e Qatar. Lo riporta Haaretz.

La possibile reazione di Hezbollah

Il mondo guarda con ansia all’Iran e spera che la temuta reazione non ci sia o sia meno violenta del previsto. Teheran è stata avvertita che un attacco su più fronti contro Israele potrebbe portare a uno scontro diretto tra i due Paesi.

I funzionari ritengono che l’Iran risponderà comunque, ma potrebbe farlo in modo più misurato e non immediato. Secondo la Cnn potrebbe essere Hezbollah a lanciare per primo una ritorsione nei prossimi giorni per vendicare l’uccisione anche del comandante militare Foaud Shukr.

Cosa farà Teheran?

Teheran, anche su forti pressioni dell’amministrazione Biden, starebbe riconsiderando l’idea di un’offensiva su larga scala che farebbe fare un salto di qualità al conflitto.

Ieri anche la presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni si è mossa, e nel corso di un colloquio telefonico ha ricordato al presidente della repubblica dell’Iran Masoud Pezeshkianla necessità di scongiurare un allargamento del conflitto in corso a Gaza, anche con riferimento al Libano”.

Netanyahu si scusa

Più che i timori per un’imminente ritorsione iraniana, ieri i media del Paese per tutto il giorno hanno rilanciato il primo timido “mea culpa” di Netanyahu.

Con una precisa scelta dei tempi, nella settimana della minaccia più allarmante, il capo del governo ha rilasciato un’intervista al settimanale Time nella quale per la prima volta si è detto “profondamente dispiaciuto” per quanto avvenuto il 7 ottobre, riferendosi a ciò che non ha funzionato nella prevenzione dell’attacco di Hamas.

Mi dispiace profondamente che sia accaduta una cosa del genere. Ti guardi indietro e ti ripeti: avremmo potuto fare qualcosa per evitarlo?” ha risposto Netanyahu assumendosi la responsabilità per le falle nella sicurezza.

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