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1 anno agoon
Dopo tanta indecisione e indefinito tergiversare alla fine le preghiere di Zelensky sono state ascoltate: dagli Stati Uniti arriveranno 30 carri armati Abrams. Anche la Germania finalmente concede il suo sì e invierà 14 Leopard 2 in Ucraina, e non solo – con l’assenso ottenuto dalla Germania ci sarà il via libera anche agli altri Paesi NATO che vorranno inviare i tank di matrice tedesca, prima tra tutti la Polonia.
Insomma: piovono carri armati su Kiev e con l’asse sui mezzi corazzati instauratosi tra Washington e Berlino la NATO torna unita, con grande disappunto di Mosca che, ormai come di consueto, si lascia andare a parole dure e minacciose nei confronti dell’Alleanza Atlantica: “La guerra con l’Occidente è ormai quasi reale” ha affermato il ministro degli esteri Lavrov, mentre il portavoce di Putin, Peskov, ha dichiarato che “L’equipaggiamento militare all’Ucraina sarà letteralmente sbriciolato”.
Non basta però fornire i panzer: sarà necessario addestrare i soldati ucraini ad utilizzarli. Gli Stati Uniti non hanno ancora stabilito quando e dove questo addestramento avverrà, mentre i tedeschi hanno comunicato che l’addestramento per i Leopard 2 avverrà in un sito in Germania.
L’obiettivo – ribadito dalla Germania e dalla NATO tutta – è quello di offrire sostegno a Kiev e non di fornire all’Ucraina i mezzi per invadere la Russia – un’idea, questa, che a molti sembra addirittura assurda. Anche nelle parole di Zelensky non si è mai ravvisato l’intento di invadere Mosca: si è sempre parlato solo e soltanto di liberare l’Ucraina dall’invasore russo. Va evitata a tutti i costi l’escalation tra Mosca e la NATO: anche per questo, oggi è arrivato un no deciso alle ultime richieste ucraine, che comprendevano anche caccia e navi da guerra.
Che si respiri aria di guerra però pare innegabile – il segretario dell’alleanza atlantica Stoltenberg ha infatti chiesto ai Paesi membri della NATO di superare il 2% previsto di investimenti per la difesa. La Russia, intanto, ha schierato sistemi di difesa aerea a Mosca mentre negli Stati Uniti il Pentagono ha aumentato di sei volte la produzione di proiettili da 155 millimetri – quelli più usati nella guerra in Ucraina.
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