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Cronaca

Afghanistan, la protesta delle donne: “Pane, lavoro e libertà”

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Una decisione che riporta indietro la storia di 20 anni.

Il leader supremo dei talebani, Hibatullah Akhundzada, ha ordinato con un decreto alle donne di indossare il burqa in pubblico.
«Le donne che non sono né troppo giovani né troppo anziane – si legge nel decreto – dovrebbero velarsi il viso di fronte a un uomo che non è un membro della loro famiglia», per evitare provocazioni. Ma non solo: se non hanno un compito importante da svolgere all’esterno, è «meglio che rimangano a casa».

Non ci stanno le donne di Kabul, scese in piazza per protestare contro le imposizioni dei talebani.

Durante la protesta, le manifestanti hanno cantato “Il burqa non è il nostro hijab” e “Donne afghane nella morsa dei talebani: il popolo afghano ha bisogno di un boccone di pane”, gridando ancora “Pane, lavoro e libertà”. La manifestazione è iniziata nella piazza Ansari di Shahr-e-Naw, ed è proseguita appena fuori dal ministero dell’Interno, dove i talebani le hanno circondate arrestando i giornalisti, ha raccontato Zhulia Parsi, una delle ragazze che protestavano. «I talebani hanno rubato gli smartphone di alcune ragazze e li hanno portati via». Secondo Zhulia, le forze talebane hanno strappato gli striscioni e disperso i manifestanti. I talebani volevano portare le donne all’interno del ministero e costringerle a confessare.

Le dichiarazioni di Malala

Ad esprimersi al riguardo anche il premio Nobel Malala Yousafzai, che ha twittato : “I talebani vogliono cancellare ragazze e donne da tutta la vita pubblica in Afghanistan, tenere le ragazze fuori dalla scuola e le donne senza lavoro, negare loro la possibilità di viaggiare senza un membro maschio della famiglia e costringerle a coprirsi il viso e il corpo completamente” e ha aggiunto “Non dobbiamo perdere il senso di allarme per le donne afghane, poiché i talebani continuano a non rispettare le loro promesse. Anche adesso le donne scendono in piazza per lottare per i loro diritti umani e la loro dignità. Tutti noi, e specialmente quelli dei paesi musulmani, devono stare con loro”.

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